Il mare non si spezza
Il mare non si spezza di: Alessandra Dechigi
Succedono tante cose.
Concorrono tutte a farci essere quello che siamo; concorrono tutte alla vita.
Già, l’eterno presente che mi sfugge e mi fa scivolare piacevolmente nel passato, così confortante perchè già conosciuto e mi ostacola nella visione del futuro così oscuro e distante.
E’ in questi momenti che mi ritrovo a giudicare automaticamente quello che mi circonda. Mi scopro a catalogare le cose come in liste immaginarie di “buoni” e “cattivi”. Ovviamente metto tutti i “buoni” dalla mia parte e i “cattivi”…..lontani, sicuramente lontani!
Poi succede che Swami Kriyananda lasci il corpo e improvvisamente mi sento sola, la mia lista si svuota; incapace di catalogare, giudicare, incasellare, sono di fronte ad una frattura, una grande crepa nel susseguirsi degli eventi…”buoni e cattivi”. Io dove sono?
Scopro la mente che corre ai ripari: non si lascia mai andare! Ed ecco che, per esmpio, tutti quelli che si sottopongono alla mappatura genetica per farsi asportare preventivamente parti del corpo per scongiurare eventuali tumori, ritrovano il loro posto nella lista. Li giudico e sono “utili” a placare il mio senso di smarrimento.
Giudicare la morte come un fatto negativo non mi è possibile tanto quanto il vederla positiva. A cosa serve allontanarla fobicamente? E’ un po’ come ricercarla spasmodicamente. Non posso giudicare il trapasso: devo accettarlo, ma il giudizio è facile, comodo, confortante.
Il decondizionamento una volta di più mi appare in tutta la sua complessità.
Le “rughe” profonde dell’abitudine sono faticose da distendere e il giudizio è il fattore più difficile da smantellare.
Poi respiro profondamente e non giudico il valore dell’aria che mi nutre e quella che mi abbandona e riscopro l’energia che tutto sottende come il mare con l’onda, senza crepe o fratture.
Mando un pensiero a Swami Kriyananda e penso che l’energia, come il mare, non si spezza.
Alessandra Dechigi