Ho sempre amato soffermare lo sguardo sui dolci mutamenti del colore e dei movimenti dell’acqua del lago,nelle varie ore del giorno e nelle diverse stagioni, osservando i miei stati d’animo e quel senso di pace a cui sempre anelo.
Ora, seduta sulla sponda del lago, mi torna in mente il mio grande Maestro: il mistico filosofo indiano Maharishi Mahaesh che molti anni fa mi ha iniziato alla Meditazione Trascendentale.
Egli paragonava il lago alla storia della vita interiore.
Le increspature dell’acqua sulla superficie rappresentano le fluttuazioni della mente conscia
(vrtti) mentre nella profondità del lago vi è il silenzio, paragonato all’inconscio.
Se le increspature dell’acqua in superficie potessero andare più in profondo e riempirsi di quel silenzio, potrebbero diventare onde potenti come le onde dell’oceano.
Simile è il processo che accade nella Meditazione Trascendentale. L ‘attività della mente cosciente va in profondità e assorbe molto dell’attività della mente inconscia.
Con lunga e seria pratica l’attività inconscia viene inglobata dalla mente conscia portando il meditante a cominciare ad usare l’enorme potenziale della mente.
Raggiunge così la coscienza di beatitudine, mantenendo la sua natura essenziale , propria della natura della mente, che viene perduta quando gode della gioia dei riflessi del mondo relativo, adombrata dagli oggetti della percezione, annullando lo spirito per la vita materiale.
Nella Meditazione Trascendentale la mente va nella profondità del pensiero, poi lo trascende.
Andare oltre la mente non è un’azione fisica ma significa superare i limiti della prigione che ci costruiamo da soli, schiavi del nostro Ego, che ci rende vulnerabili ad ogni contatto della vita e della realtà.
Finchè saremo concentrati sul nostro Ego, non ci sarà possibilità di crescita, di pace ed uguaglianza tra gli uomini. Non riusciremo a lasciare questa prigione di strutture psicologiche dominate dall’io, desiderando vivere in questa prigione, anzi adornandola con teorie ed ideologie.
Il contatto con i nostri simili comporta competizione, gelosia, invidia, rabbia, violenza.
Solo uno stato di umiltà può aiutarci a raggiungere il mistero della natura dell’altro, trasformando il contatto con i nostri simili, liberi dalla schiavitù dell’ Ego.
L’umiltà non è una virtù o qualità della mente, ma dimensione della coscienza.
Nell’umiltà non giudichiamo eventi e persone ma impariamo da essi.
Con il contatto con i nostri simili non vi saranno più l’ambizione e tutte le altre emozioni negative ma impariamo a conoscere l’altro e il mistero della sua natura.
La dimensione dell’umiltà ci permette di “ascoltare e osservare” totalmente l’altro e non solo ciò che dice, evitando di rapportare le sue parole a tutto ciò che è nella nostra memoria egoica, senza giudicare o reagire.
I rapporti sono specchi in cui possiamo vedere la nostra realtà.
Riuscire a fare ciò migliorerebbe il rapporto con la nostra coscienza, spostata su un piano più alto, senza identificazioni, agendo da una visione totale e non parziale della realtà.
L’energia liberata da uno stato dell’essere privo di Ego, non legata alla mente condizionata, solo consapevole della totalità della vita, e in cui spariscono tutti gli impulsi negativi e tutte le prigioni della mente, è l’Amore che ci permette di emanare meravigliose onde di pace…
Ora osservo il lago di fronte a me.
L’acqua è immobile.
Fisso lo sguardo tra le sopracciglia nel lago senza sponde della mente.
Il cerchio eterno della pace mi circonda e le sue vibrazioni invadono il vasto territorio della mia mente, riversandosi oltre i suoi argini, dilagando oltre i suoi confini, espandendosi in direzioni infinite……
è l’ epoca della saggezza, è l’ epoca della follia;
è il tempo della fede, è il tempo del dubbio;
è la stagione della luce, è la stagione delle tenebre;
è la primavera della speranza, è l’ inverno della disperazione;
fronteggiamo mille cose, affrontiamo anche il vuoto;
stiamo salendo in cielo,
stiamo discendendo dall’ altra parte…”
Esattamente 8 anni fa il 29 settembre del 2012 all’ età di 96 anni Nan Huai-Chin lasciava questo mondo. Nan Huai-Chin era un insegnante spirituale della Cina contemporanea. È stato considerato da molti come la principale forza nel risveglio del buddismo cinese. Mentre Nan era considerato da molti in Cina uno dei più influenti insegnanti buddisti del Chan, era poco conosciuto al di fuori della sfera culturale cinese.Di seguito trascritto uno dei suoi discorsi più significativi e ancora attuali.
Nel mondo odierno, grazie allo sviluppo materiale promosso dall’ Occidente, si conduce un’ esistenza agiata, si abitano case comode, si circola ovunque facilmente.
A prima vista, sembra un’ epoca felice; eppure, lottiamo in una società competitiva, abbiamo paura di guerre micidiali, affoghiamo in un mare di desiderio incessante. Viviamo in realtà in un tempo di grande dolore mai conosciuto dalla storia umana. In questo contrasto di profusione materiale e di penuria spirituale, l’ uomo si trova a fronteggiare una grande crisi esistenziale.
Possiamo forse sentirci disarmati. ma non disperiamoci abbiamo la possibilità e la responsabilità di perpetuare le saggezze antiche che favoriranno lo sbocciare della nuova generazione. Per portare sulle nostre spalle la trave che servirà a costruire il ponte fra passato e futuro, dobbiamo rinnovare le fonti spirituali antiche dell’ Occidente e dell’ Oriente. Scegliere coloro che ci riveleranno un cibo spirituale per completarci, per arricchirci a vicenda. Dobbiamo favorire lo scambio fra le due culture in modo da affrontare tutti insieme la grande crisi dell’ umanità.
Per trattare i problemi attuali del pianeta quali l’ ambiente, la penuria di risorse naturali e la pace mondiale, vi propongo, all’ alba dei miei novant’ anni, un modo per procedere che mi sembra universale.
Prendiamo attentamente in considerazione una regola cosmica fondamentale: il cambiamento, la mutazione.
Prendiamo coscienza che la legge della natura, il Dharma del cosmo, la routine delle vite, subiscono tale regola. Nel mondo materiale e spirituale non c’è nulla che non cambi. Dobbiamo cogliere il principio di questa mutazione e seguirne il corso. Non seguitelo soltanto, abbiate anche la saggezza di prevederlo, di prepararlo, e di precederne le conseguenze.
La saggezza del Dao dice che nella corrente della vita non dobbiamo fare altro che seguirne il corso naturale. Se volete fermare il torrente impiegando la forza, perderete la vostra energia. Se andate contro la corrente, annegherete. I daoisti proseguono in questo modo:” Seguite il corso della vita, canalizzate il torrente, sarete trascinati nel buon senso, trarrete beneficio dalle cose senza difficoltà”.
A tutti coloro che vogliono consacrare la vita a preservare la natura, a rendere migliore il futuro del genere umano, va il mio invito a definire bene questo principio di mutazione e a trovare poi le proprie strategie…
Laozi diceva:” Giunto all’ estremo del vuoto, fermamente radicato nella quiete, mentre diecimila esseri nascono in un solo slancio, contemplo il ritorno. Gli esseri prosperano a gara, ma ritornano sempre alle radici. Ritornare alla propria radice è la quiete”.
Nel cambiamento, la quiete…
E’ facile perdersi nell’ uno dimenticando l’ altra. Ci sfiniamo a movimenti inutili, consumiamo tutte le nostre risorse naturali, sprechiamo le nostre energie in ogni sorta di eccessi, di lussi. Per mantenere in buona salute corpo e spirito, è indispensabile coltivare l’ arte del rimanere nella quiete.
Laozi diceva: ” Riuscite ad accordare il vostro corpo e la vostra anima affinchè procedano all’ unisono e non si separino? Riuscite a respirare il più profondamente possibile, il più armoniosamente possibile come un neonato?”.
Plachiamo la nostra agitazione, ritroviamo la pace, distesi come neonati. Ecco due metodi semplici.
-Le posizioni della meditazione possono avere novanta varianti. Ciò che importa non è la posizione ma lo sguardo all’ interno di sè, come uno specchio di ciò che accade nella vostra mente. Nella meditazione, la quiete.
-il canto del mantra vi aiuterà ugualmente a mettervi in comunicazione con la pace interiore. Udito il canto, ritornerete naturalmente alla calma. Se siete in alta montagna o nel deserto e intonate un mantra, la serenità che vi pervade si commuoverà fino alle lacrime. Non saranno lacrime di pena, ma di beatitudine, di gratitudine. Il vostro intero corpo si apre come un fiore, le preoccupazioni svaniscono.
Nella solitudine, la quiete.
In Cina, la parola che disigna la vita è ” Shengming”: ” Sheng” significa tutto ciò che racchiude la vita. ” Ming” tutto ciò che ha un’ anima. Ne parla il Buddha: corpo e anima sono uniti, sono uno. A che cosa ci conduce questa “vita”? Quali sono i suoi valori?
Sempre in Cina , un vecchio motto dice:” La vita è più leggera di una piuma, la morte più pesante di una montagna”. La tradizione antica influenza ancor oggi i paesi asiatici. Essa pone l’ accento sulla regalità, sulla pietà filiale, sulla fedeltà, sulla giustizia, sulla moralità. Veneriamo coloro che dedicano la loro vita agli altri, per far regnare la giustizia e la pace. La vita e la morte vengono così trascese.
Questa bella cultura antica, purtroppo, si cancella a poco a poco davanti al modernismo. La cultura attuale fa leva sulla vendita della conoscenza, del pragmatismo, scarta la tradizione…così tutti seguono il tran tran della vita, molti vivono senza vivere, senza radici ne cultura.
Qual’ è il senso dell’ esistenza, qual’ è il suo valore?
Le culture orientali e occidentali si trovano sconvolte: mentre lottiamo per la sopravvivenza dimentichiamo di vivere realmente…
E’ dovere degli intellettuali esprimersi. Ci si preoccupa di guadagnare sempre di più, ecco lo scopo della carriera. Nello Yijing la parola “carriera” significa darsi da fare per il benessere altrui. Il fare tutto per noi stessi non è altro che un mestiere, Cerchiamo di non dimenticare il vero senso della vita…
Se ci rendiamo conto che ” il mondo è per tutti”, senza ego, diventeremo invincibili…
Mozi insisteva sullo sviluppo della tecnologia: era un pioniere della scienza e dell’ architettura cinesi, impegnato anche nel mondo. Quando scoppiava una guerra da qualche parte, ci andava per protestare, per cercare di fermarla…Ha difeso per tutta la vita la causa della pace, rivendicando l’ amore. Il suo insegnamento rimane sempre attuale.
Affidandoci unicamente allo sviluppo tecnologico, finiremo nell’ abisso della sventura.
E’ tempo di riconciliare la scienza, l’ arte e le qualità spirituali. Il benessere deriva dall’ unità di queste tre cose. La speranza, da questa unità…
Discorso pronunciato da Nan Huajin nell’ ottobre 2006 al Taihu Great Learning Centre, Provincia di Jiangsu.
Quando ci si rilassa al punto che la frequenza delle onde cerebrali rallenta fino allo stato alfa, il chakra del cuore, ritenuto sede dell’anima e dell’amore, comincia ad aprirsi.
Anahat Chakra, localizzato nel cuore, il luogo in cui risuona il mistico suono ottenuto senza percussione, eco della prima vibrazione dell’universo in procinto di manifestarsi, il luogo in cui ogni coppia di contrari può trovare la pacificazione ed essere in perfetta armonia grazie all’energia del cakra: l’AMORE supremo .
Per raggiungere questo scopo, fondamentale è il processo di educazione della mente.
In genere la mente, che è senza disciplina, viene occupata da molti pensieri contemporaneamente: famiglia, affari, salute, desideri, lavoro, paure, speranze. Si creano vortici (vrtti) alla cui origine contribuiscono le 5 matrici che condizionano la mente sia nelle scelte che nell’orientamento dei processi mentali : i Klesha , nodi della mente, che inducono sofferenza.
E’ soltanto privilegio dello Yogi, dotato di una mente ferma, nutrire un pensiero alla volta e trattenerlo per tutto il tempo che desidera. Egli sa che il pensiero è la più potente arma a sua disposizione e può sfruttare l’uso di questa forza per incalcolabili possibilità. Riuscire ad osservare la mente mostra che moltissimi pensieri sono inconsistenti, eppure la mente vaga incessantemente tra essi, mentre pensieri illuminanti aiutano a riflettere e a migliorare la vita.
Bisogna imparare a liberare la mente da inutili informazioni e inutili pensieri mondani colmandola di pensieri divini che ci riconducano alla nostra natura di puro spirito, l’eterno ed immutabile Atman , per distaccarci dalla nostra tendenza ad identificarci con la nostra natura materialista . Un pensiero divino rende il cuore saldo e la mente forte. Esso illumina il volto, specchio della mente. Un pensiero negativo incide un segno profondo sul viso offuscandolo . Soprattutto gli occhi – specchio dell’anima – mostrano la condizione e il contenuto della mente.
Noi diventiamo ciò che pensiamo. Il pensiero costituisce il nostro mondo interiore.
Pensieri sani ci mantengono sani, mentre pensieri di fragilità, di disfunzioni, disfacimento e distruzione non aiuteranno certamente a godere di buona salute, equilibrio ed armonia. Infatti il corpo è unito alla mente, invece di esserne sua controparte. I pensieri influiscono sul corpo. Ogni pensiero procura nella mente una vibrazione che poi si trasmette al corpo fisico.
L’attività delle cellule nervose produce delle trasformazioni chimiche ed elettriche derivanti dal pensiero. Pensieri di odio, gelosia, ansia, ira ,aggressività, invidia, distruggono effettivamente cellule del corpo, provocando malattie al cuore, fegato, reni, stomaco, ecc.
Qualunque pensiero si possa coltivare, che si sia conscio o meno, la legge universale di attrazione continuerà ad agire, attirando su se stessi, quanto corrisponde al pensiero dominante, poiché la mente ha un “potere di attrazione”. Inoltre, il pensiero lascia il cervello e si libra nello spazio, dando origine a delle vibrazioni nel Manas, atmosfera mentale, dirigendosi in tutti sensi.
Un vero Yogi, tramite le vibrazioni dei suoi pensieri, aiuta a purificare il mondo, penetrando silenziosamente nella mente di migliaia di persone.
Un vero Yogi ed i Mahatma aiutano l’umanità con le loro vibrazioni spirituali e la loro aura magnetica trasmettendo alle persone più adatte i loro messaggi per mezzo della telepatia, comunicazione considerata paranormale ma che per loro è normale e semplice. Le vibrazioni dei pensieri viaggiano più veloci della luce e dell’elettricità…… Tutti noi possiamo inviare nell’atmosfera mentale pensieri purificanti, d’amore, di felicità, bontà, misericordia, fiducia, che possano ispirare tutte le persone sensibili alla loro ricezione.
Calmare la mente è dunque agire sui pensieri. I pensieri superflui e nocivi sono soltanto un ostacolo alla crescita interiore. Soprattutto non lasciamo che la menteresti invischiata nelle vecchie abitudini e abbandoniamo la paura di pensare in modo diverso dagli altri. Restiamo gentili. Rifiutiamo che il mondo ci renda insensibili, che la sofferenza ci lasci odiare, che l’amarezza rubi la dolcezza.
E’ necessario impegnarsi nella disciplina del pensiero. Non sarà facile poiché i pensieri frivoli e mondani, tutta la gamma di pensieri legati a sentimenti negativi assilleranno la mente anche quando si cerca di praticare lo yoga e la vita spirituale.
Meta altrettanto difficile è sviluppare la saggezza. Non basta la sola volontà o il solo desiderio di essere saggi. La saggezza non è solo un pensiero intellettuale. Occorre la consapevolezza di ciò che pensiamo, delle nostre azioni, delle nostre parole, consapevolezza che può sorgere solo da uno stato di calma interiore.
Ma la mente vuole sempre qualcosa ed è in continua ricerca . E lo fa attraverso i sensi ma non soddisfa mai la sua fame. La via per soddisfare la mente non è quella di andare fuori ma di rivolgerla verso l’interno.(Svadhyaya – educazione dell’io – studio di sé stessi )
La conoscenza del Sé è un immenso tesoro e la meditazione e lo studio dei testi sacri sono la chiave per accedervi . La meditazione ci porta a distaccarci da tutti i pensieri dispersivi ,dalle onde dell’ira ,dell’invidia, della gelosia, dell’odio, nemiche della pace e della saggezza. Raggiungiamo la purezza della mente liberando il campo dai pensieri negativi seminando quelli buoni, coltivandoli anche con i Mantra e il Pranayama.
Quando meditiamo dobbiamo prima di tutto sentire la volta cranica fluida. Se abbiamo il cranio contratto non possiamo meditare . Liberiamo il capo dalle tensioni sottili che sono situate nelle ossa craniche, strutture mobili al pari dei polmoni e della cassa toracica, rilassiamo le ossa temporo mandibolari che si muovono in modo impercettibile, come le branchie dei pesci. Poi attraverso un opportuno pranayama giungiamo alla coerenza cuore – cervello coinvolgendo il cuore , considerato come terzo cervello, col suo sistema nervoso indipendente. Il cuore nient’altro che un muscolo per il materialismo scientifico , è centro di saggezza nella medicina cinese e nei Veda mediatore tra cielo e terra.
La meditazione è uno “stato” (Krisnamurti), un” tornare a casa” (Osho), un piacevole librarsi nel vuoto. Attraverso le pratiche Yoga e con molto impegno, possiamo creare le condizioni favorevoli per sviluppare consapevolezza e disciplina interiore, dare forza, equilibrio e stabilità al corpo e alla mente per ottenere la giusta energia necessaria a sostenere stati di coscienza espansa.
Osservando lo stato della mente, stacchiamoci dai nostri pensieri quotidiani, non per annullarli, ma per permettere al profondo di manifestarsi liberamente. Attraverso l’osservazione del pensiero, acquietando i tumulti, calmando le emozioni, concentrandosi su un unico pensiero o un mantra, restando indifferenti ai pensieri molesti affinchè scompaiano da soli, senza controllare o costringere, senza giudicare, entriamo nel nostro mondo interiore, apriamo il nostro chakra del cuore all’amore incondizionato, quel tipo di amore che non si aspetta ritorno, ma che solo allora riceve .
Ascoltiamo la nostra anima . L’anima, metafora del piccolo, più piccola del piccolo, perché invisibile (Hillman). Entità non misurabile, poiché non è una sostanza e non è una forza, anche se noi siamo chiamati dalla forza delle sue pretese, comprendibile non con mezzi fisici ma solo con un sentimenti aperti al sacro. L’anima,ciò che si riesce a percepire nel profondo,che permette di superare le barriere della mente e della razionalità .
E solo allora riusciremo a percepire la differenza tra il nostro Ego e il nostro Atman, ad entrare nella sua luce, a conoscere quella dimensione in cui non esiste conflitto e non esiste tempo.
è questa la novità di quest’ anno per il nostro amatissimo appuntamento annuale di ” Yoga alle Terme” .
Un tempo borgo di pescatori, Marina di Grosseto è oggi una delle più rinomate località turistiche e balneari in espansione della costa della Maremma Toscana.
La struttura delle Terme Marine si trova a pochi passi dalla spiaggia, immersa tra le suggestioni del verde della secolare Pineta del Tombolo e l’azzurro intenso del Mar Tirreno.
Le giornate più lunghe e il clima primaverile della fine di marzo ci permetteranno anche di godere della vicinanza della spiaggia e del bellissimo mare.
La sorgente di acqua calda che alimenta le Terme , si trova tra i pini del parco dell’hotel e possiede qualità terapeutiche
riconosciute dal Ministero della Sanità. L’acqua minerale naturale denominata “Etruria” risulta avere proprietà benefiche per il trattamento delle malattie dermatologiche e vascolopatie.
L’HotelTerme Marine Leopoldo II, a Marina di Grosseto, è un Hotel a 4 stelle e si presenta come una struttura elegante e raffinata direttamente sul mare. Con la sua caratteristica forma a ferro di cavallo, è circondato da maestosi pini marittimi che, nella parte retrostante, si concentrano creando un’oasi naturale di eccezionale bellezza che utilizzeremo per alcuni momenti di pratica yoga.
La magnifica SPA dotata di sauna finlandese, biosauna , bagnoturco e docce sensoriali, completano questa bellissima struttura che ospiterà l’ appuntamento di yoga più amato dell’ anno .
Molto semplice da raggiungere , Marina di Grosseto si trova a sole 2 ore scarse da Roma in auto, e collegata molto bene anche con il trasporto ferroviario che prevede partenze da Roma quasi ogni ora.
La navetta dell’ Hotel è a disposizione per prelevare alla stazione di Grosseto chi preferirà viaggiare in treno.
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Questa volta mi sono veramente stupita nel vedere con che entusiasmo gli yogi romani hanno risposto all’ invito di praticare insieme sabato scorso.
Alla sua quarta edizione l’evento “Aspettando il solstizio d’inverno” presso i locali dell’Ambasciata dell’India in pieno centro a Roma si è rivelato un appuntamento da non perdere.
Il pubblico è arrivato da ogni parte della città sfidando il traffico natalizio, tre fermate della metro chiuse, la zona ZTL, il parcheggio difficilissimo da trovare, il freddo pungente e inaspettato eppure…eccoli, superpuntuali, allegri, gentili, pazienti, collaborativi, animati dalla voglia di ritrovarsi.
Un bel tè speziato e bollente ha scaldato tutti e poi la magia si è rinnovata.
La sala si è riempita all’inverosimile ed è iniziata la pratica. Tutto dimenticato: lo sforzo, la distanza, il freddo, gli intoppi dell’ultimo momento.
E’ stato tutto un fluire, una condivisione gentile, un caldo abbraccio che ci ha corroborato e nutrito.
E’ bello sapere che siamo in tanti nella pace, nell’amore e nella luce.
Grazie a Fabio, Carlo, Porzia e Dorothee che hanno condotto le pratiche del mattino e del pomeriggio; a Barbara e Francesca che hanno fatto le foto; a Manuela, Monica, Raffaella e Manuela che hanno accolto ognuno dei partecipanti.
Grazie ad Oriana per il suo lavoro dietro le quinte.
Grazie a chi è venuto per la prima volta e grazie a chi è ritornato.
Vi auguro buon Natale e questo è il mio regalo.
LUCE PACE AMORE
La Pace guardò in basso e vide la guerra,
“Là voglio andare” disse la Pace.
L’Amore guardò in basso e vide l’odio,
“Là voglio andare” disse l’Amore.
La Luce guardò in basso e vide il buio,
“Là voglio andare” disse la luce.
Così apparve la Luce e brillò.
Così apparve la Pace e offrì riposo.
Così apparve l’Amore e portò Vita.
L.Housman
Alessandra Dechigi
Riflessione sull’ evento dell’ Insegnante Barbara Damiani:
” Ritrovarsi ancora insieme, un’altra volta all’ambasciata. La magia si ripete ogni volta, ci si incontra, ci si abbraccia, si cerca di rendere l’evento un bel regalo per tutte le persone che hanno scelto di passare il sabato in modo diverso.
La consapevolezza aumenta quando incomincia a riempirsi la sala, il desiderio di praticare insieme di vivere un momento di attenzione del proprio corpo, del proprio respiro, delle proprie emozioni e sensazioni.
L’ambasciata ormai è il nostro posto magico dove ritrovare e ricaricare l’entusiasmo, dove vivere esperienza di condivisione di pratica e di amicizia. E’ bello per noi insegnanti vedere come le persone sempre più si avvicinano alla pratica Yoga con maggiore consapevolezza, con il desiderio di lasciarsi andare, di rallentare la corsa, di fare una pausa avendo cura di essere gentili con se stessi per imparare ad essere gentili anche con gli altri, aiutandosi a far emergere il principio fondamentale dello yoga AIMSHA la non violenza, il non nuocere a se stessi e anche agli altri.
L’OM e il Gayatri Mantra che risuonano nella sala dell’ambasciata, li lascio vibrare nel mio cuore.”
Sabato 24 e Domenica 25 Novembre 2018 si terrà un seminario di Yoga straordinario dedicato ad uno degli argomenti più discussi di questi ultimi anni da molti illustri rappresentanti della Scienza e della Medicina tradizionale:
LA MEDITAZIONE
“La meditazione sembra avere un effetto sull’ azione dei geni, sulla loro espressione. Un team internazionale di ricercatori che opera nel Dipartimento di medicina predittiva e per la prevenzione dell’Istituto nazionale dei tumori (Int) di via Venezian a Milano, ha analizzato un gruppo di meditatori esperti, sottoponendoli a un prelievo prima e dopo una sessione di meditazione. Dalla ricerca è emerso che si inibiscono i geni dell’infiammazione e che vengono modificati anche i geni che regolano l’acetilazione degli istoni, enzimi che consentono o bloccano la lettura del Dna. E, come l’ambiente e gli stili di vita, influenzano l’epigenoma che avvolge il genoma. Come una capsula-filtro. Come in un computer il software rispetto all’hardware. Protezione sì, ma anche interazione. L’epigenoma è come un interruttore che accende e spegne geni in base alle sollecitazioni del micro e del macro-ambiente. Ecco allora che se il Dna del genoma è il Karma, cibo e pensiero tramite l’epigenoma possono sfidare il Karma……..( fonte : rivista NEUROSCIENZE del Corriere della Sera )
Abbiamo scelto con cura la location adatta e ci incontreremo al Relais Monastero San Biagio ****
una location di eccellenza che si trova nel cuore del Parco del Monte Subasio fra boschi secolari, immerso in un silenzio assoluto, con all’ interno una magnifica Sala Meditazione e un Centro di Rigenerazione Benessere dove avremo anche un momento rilassante per il corpo e per la mente.
Saremo seguiti da due Insegnanti Federali di provata esperienza e capacità:
Massimo Olivieri ( specializzato nelle tecniche di meditazione yogica e assistente ISFIY per la Meditazione)
“Là dove le donne vengono rispettate, dimorano gli dei. Là dove sono disprezzate, tutte le azioni si vanificano.” – M.S. III, 55 –
Stiamo celebrando il quarto anno dello Yoga Day – IYD –
Domenica 17 giugno abbiamo praticato insieme sulla terrazza arroventata e nella molto più fresca sala delle conferenze messe a disposizione dall’Ambasciata dell’India a Roma.
L’organizzazione di questo evento di preparazione a quello del 21 giugno è iniziato circa un mese fa.
Ripercorrendo le fasi e i dettagli, sorrido e penso alla perfezione dell’energia che, se riconosciuta e assecondata, lega le nostre intuizioni alle nostre azioni.
Quest’anno l’evento che abbiamo proposto ha aperto le celebrazioni della settimana dello yoga, lo scorso anno è stato quello conclusivo e, come “attivista” del concetto -il caso non esiste- non mi è sfuggita l’osservazione!
L’energia che ha sostenuto l’evento di quest’anno, il quarto, è stata uniforme, consapevole e solida
come la forma che evoca, il quadrato. Mi viene in mente il primo chakra, la radice, la
base solida sulla quale poter costruire. Eravamo consapevoli, ordinati, uniformi e stabili.
E’ stato subito chiaro e indiscutibile che quest’anno chi avrebbe condotto le pratiche sarebbero stati due colleghi, uomini che senza esitazione hanno accettato generosamente.
Poi si è radunato il gruppo dei colleghi-collaboratori, assistenti, fotografi e, guarda caso….tutte donne. Questa separazione inclusiva mi ha affascinato. Si è formato un bel gruppo compatto e spumeggiante, pronto al confronto, solidale, interattivo ed ironico, molto serio ma mai serioso!
Arriviamo da ogni parte della città valicandone il confine esterno congestionato dal traffico del rientro dalla domenica “fuori porta”, al cuore deserto e sonnolento di una Roma afosa e distratta dalle telecronache dei mondiali di calcio.
E’ bello ritrovarsi sorridenti, insieme “nello yoga”.
Il pubblico comincia ad affluire e anche quest’anno sono tanti quelli che hanno scelto di accettare il nostro invito e condividere l’esperienza.
Arrivano sudati, già esausti dai chilometri percorsi, tutti ordinati ed entusiasti di esserci.
Si prende posto, si pratica, si suda, si partecipa, ci si aiuta, ci si ringrazia, si sorride, ci si abbraccia ci si saluta e….siamo tutte donne a parte i due conduttori delle pratiche e i sette uomini che si sono uniti al gruppo di 150 partecipanti.
“Divertente” penso. Decido che una volta a casa avrei cercato nel “mare nostrum” del web una risposta a questo fenomeno.
Come sempre trovo poco e come sempre, mi ritrovo a scartabellare nella libreria del mio studio. Sicuramente c’è una risposta da qualche parte! E trovo….
Maschile in quasi tutte le lingue tranne che in spagnolo che è femminile….(anche il sole è maschile in tutte le lingue tranne che in tedesco che è femminile!)
“Fino a 40 anni fa lo yoga è stato appannaggio quasi esclusivo degli uomini che lo hanno praticato e diffuso. Ora la situazione si è capovolta” -M.Eliade-
E poi…
“La natura voleva che fosse la donna il suo capolavoro” -J.Ruskin-
“Lo yoga richiede molta elasticità e in questo il corpo delle donne è adatto allo scopo.” -B.K.S. Iyengar-
“Lo yoga è benefico sia per gli uomini che per le donne, ma le donne hanno bisogno dello yoga poiché le responsabilità che la natura ha loro imposto sono maggiori.” -G.S.Iyengar-
Risulta naturale per le donne partire dalla propria fisicità per trovarci dentro un linguaggio molto più profondo e simbolico. La vita è un miscuglio di felicità e infelicità, lo yoga è in grado di affrontare gioia e dolore con equanimità. Mi chiedo: “Questo le donne non lo sanno già da sempre?”
Impegniamoci nello yoga per imparare ed insegnare a “partorire” una coscienza nuova.
Fa proprio bene al corpo e all’anima! Praticare yoga in un convento, meditare sulla gentilezza amorevole ed entrare in contatto con la propria energia che in inverno sembra svanire ma di fatto cambia solo “posizione”. Ebbene si, siamo proprio come un albero che si spoglia delle sue foglie, sembra inaridito ma è più vivo che mai. È semplicemente concentrato sulle sue radici e la sua linfa, e con nuovo vigore si prepara ad esprimere con più forza tutta la sua vitalità. Siamo più riflessivi e meno espansivi. Le giornate sono fredde e corte perché il sole è molto più vicino alla terra, di certo meno illuminante ma non per questo meno energetico.
Monastero benedettine di Sant’Anna – Bastia Umbra
Il nostro respiro è molto più vicino a Dio di quanto pensiamo e un monastero di monache benedettine è molto più aperto sul mondo e sulle esigenze quotidiane dell’umanità di quanto la nostra idea di clausura possa immaginare.
Ecco solo alcune cose che ho avuto modo di sperimentare, scoprire o meditare in due giorni trascorsi nel cuore dell’Umbria, ad un passo da Assisi. Ancora una volta ho sperimentato quanto sia importante rivolgere attenzione a se stessi, muovere muscoli dimenticati, allungare articolazioni rattrappite da pensieri negativi e limitanti per aprirsi ad una nuova amorevole gentilezza innanzitutto verso la nostra persona, e poi verso coloro che ci sono intorno, nel qui ed ora e soprattutto al ritorno alla quotidianità.
È un esperienza proposta per il solstizio d’inverno che però Porzia, l’insegnante di yoga, ci ha riproposto in questo periodo.
È così che, 2 anni fa e poi di nuovo quest’anno, ci siamo ritrovate, amiche e colleghe, ognuna con il proprio bagaglio di stress: da lavoro, da prepensionamento, da instabilità economica, da famiglie complicate, da ferite dovute ai propri percorsi di vita e di malattia, per alcune anche di tumore, che sebbene superato lascia sempre la sua bella cicatrice. Ci accomuna la certezza dell’importanza di fare un dono a se stessi, ritagliarsi uno spazio, intimo ed esperenziale, riflettere su come siamo cambiate negli anni trascorsi e come vorremmo essere negli anni a venire.
Ancora una volta prendiamo coscienza che è il respiro il grande protagonista assoluto. Abbiamo respirato, ebbene sì, come purtroppo non facciamo di solito. Ci siamo concentrate su quello che è l’atto essenziale della vita e che, nella sua apparente fievolezza, è il perno dell’energia vitale. E’ il primo atto alla nascita e da quel momento è l’impulso necessario a muscoli, visceri, cuore e mente per pulsare, drenare, connettere in un costante lavoro che rinnova ogni nostra singola cellula fino a quell che sarà l’ultimo respiro..
La location, un monastero del ‘600 con una energica Abbadessa di 39 anni, ed in aggiunta gli affreschi di Cimabue e Giotto, illustrati da un francescano siciliano in una breve visita alla basilica del santo patrono d’Italia, mi hanno aperto ulteriormente cuore e mente. Il tutto ha toccato corde profonde, di corpo e anima, su cui il mio inconscio continua a riflettere ed operare.
Abbiamo accolto le richieste di chi non era riuscito ad entrare nel w.e. di Yoga ed Energia del 02 e 03 dicembre 2017 e replicato lo stage, sabato 20 e domenica 21 gennaio 2018
YogaedEnergia
Sabato 20 e Domenica 21 gennaio 2018, ci ricaricheremo di energie positive e benefiche per il corpo e la mente, per affrontare nel modo migliore il nuovo anno!
L’ appuntamento è in uno dei luoghi più amati da noi tutti , saremo infatti ospitati presso il Monastero Sant’ Anna a Bastia Umbra ( Assisi) . Un luogo particolarmente affascinante, dedicato da secoli alla meditazione e alla preghiera , all’ interno del quale si lavora circondati da Energie particolarmente profonde e percepibili. Leggi il seguito di questo post »
Perché iniziare a praticare lo Yoga?
Può aiutarci a trasformare la nostra quotidianità?
Sabato 21 e Domenica 22 ottobre 2017 si terrà un nuovo stage dedicato a tutti coloro che vorrebbero iniziare a conoscere questa splendida disciplina in un percorso di qualità garantito dalla guida di due Insegnanti Federali :
Porzia Maria Favale ( Rappresentante Regionale della Federazione Italiana Yoga e Docente ISFIY)