Ambasciata dell’ India a Roma
21 MAGGIO 2023
di Alessandra Dechigi

Quanto stupore ho letto negli occhi degli amici e dei colleghi che ho riabbracciato dopo tre anni.
Gli occhi brillanti, sorrisi aperti, vibrazioni positive e scopi comuni.
Il grande ospite: lo yoga.

Sarvayoga International ha fatto si che finalmente ci ritrovassimo ai piedi di un maestro d’eccezione che con generosità ha condiviso insegnamenti preziosi.
Il Dr. Chinmay Pandya ci ha nutrito di sorrisi e amore, ha raccontato storie bellissime e ha condiviso esperienze.
Il tempo è volato. Volevamo restare insieme ancora un po’…!
Essere insieme si è rivelata un’esperienza che ha toccato l’animo di tutti i presenti come se fosse la prima volta.

Abbiamo apprezzato il senso del Satsang dopo tanto tempo di “digiuno”, che ognuno ha calmierato partecipando ad incontri online che, seppur ricchi ed interessanti, lasciano sempre un senso di sospensione, quasi di incompiuto.
Abbiamo ritrovato l’eleganza rinnovata dei locali dell’Ambasciata dell’India; l’ospitalità dei funzionari che ancora una volta si sono resi parte attiva per la buona riuscita dell’incontro.

Antonietta Rozzi che con desiderio, intenzione e determinazione ha reso possibile un nuovo inizio di vita yogica e il primo evento in presenza post-covid.
I volontari romani che si sono resi disponibili per fare “gli onori di casa”.
Tutti gli ospiti che partecipando, si sono affidati e hanno contribuito, come ci insegna il Dr. Chinmai Pandya: “a riparare con intenzione ed intensità tutte le perdite energetiche subite in questi anni: questo è yoga” !

Riflessioni sulla Giornata Internazionale dello Yoga
di Alessandra Dechigi
Una volta un maestro chiese a tutti noi che pendevamo dalle sue labbra, quale fosse la cosa che tutti gli uomini desiderano e difficilmente ottengono, indipendentemente dallo stato sociale o dal luogo di nascita… “Facile” disse lui, “la pace”.
Ogni essere umano dice: ”Io voglio la pace” senza ottenerla, Perché?
“Facile” disse il maestro, “togliamo l’ego – IO- , togliamo lo sforzo legato al -VOGLIO- e cosa resta? La pace, appunto”
Le sue parole rimasero stampate nella mia mente.
Lo scorso 21 giugno ho partecipato alle celebrazioni per la Giornata Internazionale dello Yoga a Roma. Come ogni anno i preparativi sono stati impegnativi per tutti quelli che si sono resi disponibili per rendere possibile l’evento: l’Ambasciata dell’India a Roma, la Federazione Italiana Yoga, Sarvayoga International e le altre associazioni con le quali si condividono oneri ed onori da sette anni senza interruzione.
- 2015 ci siamo radunati nei locali dell’Ambasciata. Abbiamo praticato con entusiasmo e stupore per quella “novità” alla quale eravamo chiamati a partecipare. Abbiamo gettato le basi per il cammino che ci accingevamo a percorrere.
- 2016 il prato dei giardini dell’Auditorium ha fatto da sfondo alla pratica condotta a turno dai rappresentanti delle associazioni partecipanti, ognuna riconoscibile per le differenze formali nella pratica. La bellezza del luogo ha amplificato il piacere di essere insieme.
- 2017 i giardini pensili dell’Auditorium Parco della Musica erano stracolmi di partecipanti e la lezione di protocollo è stata condotta ancora a turno dagli insegnanti che si sono avvicendati sul palco, ma la OM alta e potente è stata l’azione energica che ha decretato in ognuno di noi un momento intimo di svolta.
- 2018 Piazza del Campidoglio. Un nastro arancio ha unito il cuore e la mente di ognuno dei praticanti. La lezione di protocollo ha avuto una sole voce e l’armonia si è sentita forte, alta, sottile. In piazza si respirava emozione ed amore.
- 2019 Piazza del Campidoglio. Molta più partecipazione consapevole. C’è stato spazio per tutti, praticanti e curiosi. Ognuno si è sentito libero di esprimersi nella condivisione. Abbiamo vissuto insieme un momento creativo.
- 2020 La pandemia non ha interrotto il filo che unisce. In pochissimi abbiamo praticato la lezione di protocollo con attenzione e intimità sulla terrazza che ci ha messo a disposizione l’Ambasciata dell’India. Determinazione e fiducia ci hanno fatto superare tutti gli ostacoli che ci siamo trovati a fronteggiare.
- 2021 Castel Sant’Angelo è stato il luogo che ha permesso il ritorno alla vita, a praticare in presenza, cercando di bilanciare la sicurezza con la voglia di ritrovarsi vicini. Ci siamo sentiti accolti dalla nostra città che si stava riaffacciando timidamente alla vita abituale.
- 2022 Castel Sant’Angelo. Roma congestionata e piena di turisti in un giorno infrasettimanale, traffico, niente parcheggi e le solite cose che ricominciano dopo così tanto tempo di stasi. Piccoli intoppi organizzativi, ritardi, caldo asfissiante, echi di guerra, crisi economica…e chi più ne ha più ne metta. Eppure, eravamo in tantissimi, sorridenti, uniti e disponibili, aperti e senza aspettative. Difficile da descrivere il clima, l’armonia che abbiamo respirato. Tutti uniti in un’unica voce, nel presente senza ego e immersi nell’ahimsa. Abbiamo respirato la pace.
Dalle tenebre alla luce
Di Alessandra Dechigi:
Non è facile essere paziente.
La dose necessaria di distacco che mi permette di mantenere la calma e il sorriso di fronte agli imprevisti si era quasi esaurita già da un po’ ma finalmente il portone di Via XX Settembre 5 si è cominciato ad aprire lento e scricchiolante…come sempre.
Sono anni che insieme agli insegnanti FIY si organizzano lezioni di yoga “speciali” per condividere e celebrare momenti altrettanto speciali e ogni volta è una sorpresa.
Ogni volta sono messa alla prova rispetto alla mia pratica personale, all’illusione di aver capito, digerito, superato gli ostacoli che la mente mi mette davanti.
Così mi ritrovo a “vedere” le cose come se fosse sempre la prima volta e dopo l’iniziale smarrimento, il senso dell’essere nel presente si schiude e tutto diventa più luminoso.
“Aspettando il solstizio d’inverno” è il titolo dell’evento organizzato sabato 14 dicembre presso i locali dell’Ambasciata dell’India a Roma dalla rappresentante regionale FIY Porzia Maria Favale che negli anni mantiene un’ampia rete di condivisione e collaborazione fra tutti noi con sincera positività.
Sabina Campione e Ilenia Di Giovanni hanno condotto una bellissima pratica dal titolo “Dalle tenebre alla luce”.
Alessia Velletrani ha assistito i partecipanti in sala durante la pratica con generosità e professionalità.
Lia Carovillano, Sabrina Celi, Maura Grava, Lucia Morotti e Emanuela Paone sono state i punti di riferimento nell’ accogliere tutti nel migliore dei modi per rendere la giornata, se possibile, ancora più speciale.
Poi ci sono i partecipanti che non vengono nominati singolarmente ma sono il vero cuore di ogni evento. Senza la partecipazione, la condivisione, l’impegno, insomma in una parola: il tapas, non si arriva a nulla e anche sabato 14 dicembre ne abbiamo tutti avuto la riprova.
Celebrare il solstizio d’inverno attraverso una preparazione “yogica” dà qualità e spessore al tempo che s
corre distrattamente.
E’ dall’antichità che l’uomo osserva il moto apparente che il sole descrive nel cielo per regolare la sua vita venatoria e agricola.
Durante il solstizio, “sole stazionario”, il sole appare stabile rispetto all’equatore celeste. E’ il momento in cui nella continua danza della luce e dell’ombra, la momentanea vittoria dell’oscurità cede il passo alla rivincita, alla ri-nascita, ri-uscita del sole dal buio della terra tornando a crescere e sconfiggere l’ombra.
Tante sono le leggende, i miti e le divinità che l’uomo, ad ogni latitudine, ha creato per spiegarsi il fenomeno dell’alternanza.
Il solstizio d’inverno è occasione per guardare dentro se stessi per riconoscere le proprie paure e i propri dubbi.
E’ tempo di affrontare e lasciare andare via tutto ciò che limita e frena la nostra nuova crescita.
E’ tempo di liberarsi dal peso delle insicurezze e dei timori che ingombrano la nostra anima e ci impediscono la ri-nascita.
E’ tempo di far risplendere la nostra luce interiore
Alessandra Dechigi
SOLSTIZIO D’INVERNO
Come è limpida questa notte
cosi vicina al sole,
eppure cosi immensamente bella,
raccolgo il sorriso delle stelle,
questo meraviglioso dono
del solstizio d’inverno.
Chissà se lontano oltre gli spazi
dell’incommensurabile,
Musetta guarda la luna
che gira intorno al cuore,
che si fa stella,
fiore,
sogno
AUGURI!
di Alessandra Dechigi
Nell’antica Roma e fra gli Etruschi esisteva un tipo di sacerdote il cui compito era interpretare la volontà degli dèi dal volo degli uccelli: questi erano gli àuguri che non divinavano la volontà celeste in astratto, ma solo se una decisione o un atto già compiuti la incontrassero o meno.
Oggi, più nessuno contempla il volo degli uccelli per trarne auspici e l’augurio rimane un desiderio, una buona speranza che si esprime in occasioni speciali, come se si conoscesse già un volere delle divinità che sia corrispondente a ciò che si augura.
E’ suggestivo pensare che chi ci ha preceduto, persone come noi ma con credenze e stili di vita diversi ci abbia lasciato in eredità idee e modi di dire così duraturi, tanto quanto i loro più longevi edifici e necropoli. Ogni augurio ha una radice profondissima e cosi ogni parola è l’antica sedimentazione di altre parole pronunciate da chi allora come noi adesso, condivide lo stesso cielo e la stessa terra.
Il fine settimana del 2-3 Novembre 2019 è stato intenso ed emozionante.
La sede prestigiosa dell’Ambasciata dell’India a Roma ha fatto nuovamente da
cornice al prezioso evento federale della consegna dei diplomi FIY ai nuovi insegnanti e l’inizio del corso accademico ISFIY per nuovi aspiranti.
Conclusione e inizio uniti nel tempo e nello spazio nel vero spirito yogico della condivisione.
Annicchiarico Elisabetta, Borrelli Loredana, Caproni Sandra, Carovillano Lia Casciaro Giovanni, Cignitti Sara, Cocozza Guido, De Vita Paola, Donati Nazareno Patrizio, Galluzzo Gaia, Grava Maura, Guerrera Sara, Morotti Lucia, Martucci Daniela, Mentali VAsco, Saraceni Valentina, Tinelli Sabrina si sono avvicendati sul palco e hanno ricevuto il diploma dal Presidente FIY Eros Selvanizza, gli abbracci e i complimenti dagli insegnanti FIY Favale Porzia, Migliarino Loretta, Olivieri Massimo, Sciuto Rosa, Velletrani Alessia, gli applausi dalla platea dei neo-iscritti.
Ognuno ha condiviso un pensiero, un sentimento, un’emozione, un ricordo, l’esserci.
L’alternanza dell’inizio e della conclusione ha tracciato spunti per parlare di pazienza, coesione, semplicità e autenticità.
Tutto è stato
autentico, vero e unitario: gli allievi, gli insegnanti, le emozioni e soprattutto l’insegnamento.
Ognuno dei presenti ha potuto sperimentare le virtù della pratica di Satya: nessuno desiderava qualcosa, ma tutti eravamo partecipi d
i un senso comune di appartenenza e il tempo passato insieme non è stato semplicemente Kronos, ma si è svelato nella su
a più profonda essenza di Kairos.
A chi sa viaggiare sul piano delle non-resistenze, la vita offre doni e grazie infinite.
Allora un maestro disse: Parlaci dell’Insegnamento.
Ed egli disse:
Nessuno può rivelarvi se non quello che già cova semi addormentato nell’albore della vostra conoscenza.
Il maestro che passeggia all’ombra del tempio, tra i seguaci, non elargisce la sua saggezza,
ma piuttosto il suo amore e la sua fede.
Se egli è saggio veramente, non vi offrirà di entrare nella casa della propria sapienza;
vi condurrà fino alla soglia della vostra mente.
L’astronomo può parlarvi di come intende lo spazio, ma non può darvi il proprio intendimento.
Il musicista può cantarvi il ritmo che è dovunque nel mondo,
ma non può darvi l’orecchio che ferma il ritmo, né la voce che gli fa eco.
E chi è versato nella scienza dei numeri può descrivervi le regioni dei pesi e delle misure,
ma non può condurvi laggiù.
Perché la visione d’un uomo non può prestare le sue ali a un altro uomo.
E come ciascuno di voi sta da solo nella sapienza di Dio,
così ciascuno di voi deve essere solo nel suo conoscere Dio, e nel comprendere la terra.
Kahlil Gibran – Il Profeta – L’Insegnamento
Alessandra Dechigi
16 giugno
di Alessandra Dechigi
“E ora lo yoga” dice il testo.
L’autodeterminazione, il tapas e il desiderio di esserci ci fanno stendere i tappetini uno vicino all’altro oggi, giornata di inizio della settimana dello yoga.
Condividere l’esperienza e abbandonare ogni preconcetto sarà la nostra pratica di preparazione al giorno del Solstizio d’estate venerdì 21 giugno, la giornata durante la quale lo yoga farà il giro del mondo e noi siamo i testimoni,
La resa e l’unione sono la nostra sfida.
Ora chiediamoci chi vogliamo essere: la goccia d’acqua o l’acqua della goccia?
Buona pratica.
di Alessandra Dechigi
Per la visione di tutte le foto dell’ Evento, è stata pubblicata la Galleria nella colonna a destra del sito visibile su ogni pagina.
INSEGNAMENTI
di Alessandra Dechigi:
C’è bisogno di tempo per digerire gli alimenti del mondo.
C’è bisogno di tempo per metabolizzare un insegnamento.
Domenica scorsa sono stata nutrita parecchio, al limite “dell’indigestione”. La mia “tazza” era colma e sicuramente non grande abbastanza da contenere tutto ciò che scaturiva incessantemente dall’ incontro generoso con Swami Atmapriyananda.
Una frase resta brillante dentro di me che ha lasciato un’impronta forte che solo ora, a distanza di giorni, riemerge in tutta la sua forza: “Non siate mendicanti di gioia, ma siate i vostri stessi sovrani.”
E’ così che mi sento oggi: sovrana.
Una sensazione bellissima, rotonda, piena. Mi stupisco di non averla mai colta in modo così ampio e in questa ampiezza mi tornano alla mente altre frasi, altre verità ed il nutrimento ricevuto dallo Swami, quasi “esagerato” nell’immediatezza, rivela tutta la sua benefica potenza.
Sento la mia anima più tonica, flessibile e sana. Mi mancano parole appropriate per descrivere bene la rigenerazione che provo. Devo ricorrere a metafore che però sono troppo parziali….
Così, da sovrana come mi sento oggi, decido di ritirarmi in silenzio nel mio enorme spazio, come un bambino che ama la propria compagnia.
Ringrazio Swami Atmapriyananda della sua generosità e mi sento fortunata di averlo trovato sulla mia strada e mi auguro di poterlo incontrare di nuovo.
Alessandra Dechigi
Domenica 10 marzo 2019 ore 09:00 – 12:00 Evento straordinario presso Ambasciata dell’ India a Roma
Domenica 10 marzo 2019 ore 9.00 – 12.00
presso la Sala Conferenze dell’Ambasciata dell’India a Roma
Via XX Settembre, 5 – Roma
COMMENTI SULLA GITA
a cura di Swami Atmapriyananda.
–Appuntamento da non perdere dedicato agli insegnanti e agli allievi della Federazione Italiana Yoga.
Preghiamo di confermare la presenza contattando yogaroma@yogaroma.it
-Incontro valido per l’appartenenza all’Albo FIY e la formazione continua ASSOYOGA Italia.
Swami Atmapriyananda ricopre la carica di Vice Chancellor (Presidente) della Ramakrishna Mission Vivekananda Istituto di Ricerca e Educazione con sede aCalcutta in India. Swami Atmapriyananda ha conseguito un dottorato in Fisica Teorica e oltre ad essere profondo conoscitore del patrimonio spirituale indiano, delle scritture e testi filosofici e spirituali, è anche esperto di sanscrito: antica lingua indiana.
Ha insegnato fisica ed ha condotto corsi di spiritualità indiana per quasi quattro decenni, formando migliaia di seri ricercatori spirituali e pensatori filosofici. Tiene conferenze e corsi in India e all’estero come esperto della filosofia e della spiritualità indiana con una visione moderna e scientifica, adatta anche agli occidentali
La Missione Ramakrishna ( RKM ) è un’organizzazione religiosa e spirituale indù che costituisce il nucleo di un movimento spirituale mondiale noto come Movimento Ramakrishna o Movimento Vedanta . La missione prende il nome ed è ispirata dal santo indiano Ramakrishna Paramahamsa e fondata dal primo discepolo di Ramakrishna Swami Vivekananda il 1 maggio 1897. L’organizzazione principalmente propaga la filosofia indù del Vedanta – l’ Advaita Vedanta e quattro ideali yogici – jnana, bhakti, karma e Raja Yoga .
Oltre all’istruzione religiosa e spirituale, l’organizzazione svolge un’intensa attività educativa e filantropica in India. La missione basa il suo lavoro sui principi del karma yoga , il principio del lavoro disinteressato fatto con dedizione a Dio. La Missione Ramakrishna ha centri in tutto il mondo e pubblica molti importanti testi indù. Le sue opere vanno dall’assistenza medica nei villaggi rurali e nelle città, all’educazione in università per famiglie povere che non potrebbero sostenere i costi per l’educazione dei loro figli.
S.P.Q.R. SONO PAZZESCHI QUESTI ROMANI
Di Alessandra Dechigi
Questa volta mi sono veramente stupita nel vedere con che entusiasmo gli yogi romani hanno risposto all’ invito di praticare insieme sabato scorso.
Alla sua quarta edizione l’evento “Aspettando il solstizio d’inverno” presso i locali dell’Ambasciata dell’India in pieno centro a Roma si è rivelato un appuntamento da non perdere.
Il pubblico è arrivato da ogni parte della città sfidando il traffico natalizio, tre fermate della metro chiuse, la zona ZTL, il parcheggio difficilissimo da trovare, il freddo pungente e inaspettato eppure…eccoli, superpuntuali, allegri, gentili, pazienti, collaborativi, animati dalla voglia di ritrovarsi.
Un bel tè speziato e bollente ha scaldato tutti e poi la magia si è rinnovata.
La sala si è riempita all’inverosimile ed è iniziata la pratica. Tutto dimenticato: lo sforzo, la distanza, il freddo, gli intoppi dell’ultimo momento.
E’ stato tutto un fluire, una condivisione gentile, un caldo abbraccio che ci ha corroborato e nutrito.
E’ bello sapere che siamo in tanti nella pace, nell’amore e nella luce.
Grazie a Fabio, Carlo, Porzia e Dorothee che hanno condotto le pratiche del mattino e del pomeriggio; a Barbara e Francesca che hanno fatto le foto; a Manuela, Monica, Raffaella e Manuela che hanno accolto ognuno dei partecipanti.
Grazie ad Oriana per il suo lavoro dietro le quinte.
Grazie a chi è venuto per la prima volta e grazie a chi è ritornato.
Vi auguro buon Natale e questo è il mio regalo.
LUCE PACE AMORE
La Pace guardò in basso e vide la guerra,
“Là voglio andare” disse la Pace.
L’Amore guardò in basso e vide l’odio,
“Là voglio andare” disse l’Amore.
La Luce guardò in basso e vide il buio,
“Là voglio andare” disse la luce.
Così apparve la Luce e brillò.
Così apparve la Pace e offrì riposo.
Così apparve l’Amore e portò Vita.
L.Housman
Alessandra Dechigi
Riflessione sull’ evento dell’ Insegnante Barbara Damiani:
” Ritrovarsi ancora insieme, un’altra volta all’ambasciata. La magia si ripete ogni volta, ci si incontra, ci si abbraccia, si cerca di rendere l’evento un bel regalo per tutte le persone che hanno scelto di passare il sabato in modo diverso.
AUGURI!
Entusiasmo, umiltà, perseveranza e coraggio sono alcuni degli auguri che tutto il corpo insegnante ha fatto ai neo-diplomati ISFIY.
Danila Bozzacchi, Sabrina Celi, Maria Teresa Habara e Agnese Straniero hanno ricevuto il prezioso riconoscimento dalle mani del Presidente FIY Eros Selvanizza.
La cerimonia si è svolta per la prima volta nella sontuosa cornice della sala Auditorium nella sede dell’Ambasciata dell’India a Roma, aprendo il nuovo anno del corso di formazione insegnanti ISFIY.
Oltre agli allievi erano presenti tanti insegnanti romani invitati a partecipare all’evento.
E’ stato bello incontrare tanti di noi che rinnovano l’emozione di esserci, il senso di appartenenza e lo spirito di cooperazione, contribuendo a diffondere il messaggio yogico a cui tutti siamo così legati. E’ stato un po’ come festeggiare il nostro anniversario di diplomati….!
Sono stati due giorni intensi di studio e di scambio, di lavoro e di relazioni, dove ognuno ha potuto esprimere se stesso nella piena consapevolezza di essere una squadra coesa, capace di sorprendersi ancora una volta nella meraviglia di essere insieme e ancora in cammino.
Quando siamo sopraffatti dalla stanchezza, dalla disillusione e dal dubbio, queste sono le occasioni per riprendere energia e forza.
Personalmente ringrazio tutti per essere “il mio centro di gravità permanente” (tanto per fare una citazione leggera) nel mio cammino yogico. Vi voglio fare un regalo, condividendo questa bella storia.
GLI DEI ESISTONO (anonimo ungherese)
Nel ventre di una madre c’erano due bambini. Uno ha chiesto all’altro: “Ci credi in una vita dopo il parto?”
L’altro ha risposto: “E’chiaro. Deve esserci qualcosa dopo il parto. Forse noi siamo qui per prepararci per quello che verrà più tardi.” “Sciocchezze”, ha detto il primo. “Non c’è vita dopo il parto. Che tipo di vita sarebbe quella?”
Il secondo ha detto: “Io non lo so, ma ci sarà più luce di qui. Forse noi potremo camminare con le nostre gambe e mangiare con le nostre bocche. Forse avremo altri sensi che non possiamo capire ora.”
Il primo replicò: “Questo è un’assurdo. Camminare è impossibile. E mangiare con la bocca!? Ridicolo! Il cordone ombelicale ci fornisce nutrizione e tutto quello di cui abbiamo bisogno. Il cordone ombelicale è molto breve. La vita dopo il parto è fuori questione.”
Il secondo ha insistito: “Beh, io credo che ci sia qualcosa e forse diverso da quello che è qui. Forse la gente non avrà più bisogno di questo tubo fisico.”
Il primo ha contestato: “Sciocchezze, e inoltre, se c’è davvero vita dopo il parto, allora, perché nessuno è mai tornato da lì? Il parto è la fine della vita e nel post-parto non c’è nient’altro che oscurità, silenzio e oblio. Lui non ci porterà da nessuna parte.”
“Beh, io non so”, ha detto il secondo, “ma sicuramente troveremo la mamma e lei si prenderà cura di noi”.
Il primo ha risposto:”Mamma, tu credi davvero a mamma? Questo è ridicolo. Se la mamma c’è, allora,dov’è ora?”
Il secondo ha detto: “Lei è intorno a noi. Siamo circondati da lei. Noi siamo in lei. E’ per lei che viviamo. Senza di lei questo mondo non ci sarebbe e non potrebbe esistere.”
Ha detto il primo: “Beh, io non posso vederla, quindi, è logico che lei non esiste.”
Al che il secondo ha risposto:
“A volte, quando stai in silenzio, se ti concentri ad ascoltare veramente, si può notare la sua presenza e sentire la sua voce da lassù.”
di Alessandra Dechigi
Il Simbolo


Il simbolo è il filo d’oro che unisce la nostra realtà a quella iperuranica: il tempo all’eternità.