armonia

21 MAGGIO 2023

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di Alessandra Dechigi

Quanto stupore ho letto negli occhi degli amici e dei colleghi che ho riabbracciato dopo tre anni.

Gli occhi brillanti, sorrisi aperti, vibrazioni positive e scopi comuni.

Il grande ospite: lo yoga.

Sarvayoga International ha fatto si che finalmente ci ritrovassimo ai piedi di un maestro d’eccezione che con generosità ha condiviso insegnamenti preziosi.

Il Dr. Chinmay Pandya ci ha nutrito di sorrisi e amore, ha raccontato storie bellissime e ha condiviso esperienze.

Il tempo è volato. Volevamo restare insieme ancora un po’…!

Essere insieme si è rivelata un’esperienza che ha toccato l’animo di tutti i presenti come se fosse la prima volta.

Abbiamo apprezzato il senso del Satsang dopo tanto tempo di “digiuno”, che ognuno ha calmierato partecipando ad incontri online che, seppur ricchi ed interessanti, lasciano sempre un senso di sospensione, quasi di incompiuto.

Abbiamo ritrovato l’eleganza rinnovata dei locali dell’Ambasciata dell’India; l’ospitalità dei funzionari che ancora una volta si sono resi parte attiva per la buona riuscita dell’incontro.

Antonietta Rozzi che con desiderio, intenzione e determinazione ha reso possibile un nuovo inizio di vita yogica e il primo evento in presenza post-covid.

I volontari romani che si sono resi disponibili per fare “gli onori di casa”.

Tutti gli ospiti che partecipando, si sono affidati e hanno contribuito, come ci insegna il Dr. Chinmai Pandya: “a riparare con intenzione ed intensità tutte le perdite energetiche subite in questi anni: questo è yoga” !

Dall’ Uovo di Pasqua

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Dall’uovo di Pasqua è uscito un pulcino
di gesso arancione col becco turchino.
Ha detto: “Vado, mi metto in viaggio
e porto a tutti un grande messaggio”.
E volteggiando di qua e di là
attraversando paesi e città
ha scritto sui muri, nel cielo e per terra:
“Viva la pace, abbasso la guerra”.

                             Gianni Rodari

Le rondini sono tornate e cominciano a spuntare le prime margherite, testimonianza del rinnovamento e della rinascita che la natura mette in atto con la tenacia che le è propria.

E’ con l’immagine di questa bellezza che il gruppo degli allievi e degli insegnanti di Yoga in IFO desiderano augurare a tutti forza e tenacia per affrontare la vita e godere del rinnovamento.

Desideriamo per tutti leggerezza e pace e vogliamo condividere le parole semplici di Gianni Rodari.

Buona Pasqua

Lo Staff di Yoga in IFO

LO YOGA IN OSPEDALE IN DIRETTA NAZIONALE

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LO YOGA IN OSPEDALE IN DIRETTA NAZIONALE   di Alessandra Dechigi

Alcuni giorni fa il presidente Sergio Mattarella ha detto: “La salute femminile costituisce un bene primario e collettivo la cui tutela non deve conoscere ostacoli e limitazioni.”

Sono state queste le parole che hanno introdotto la settimana dal 19 al 25 aprile 2021 dedicata alla salute della donna.

Come ogni anno anche l’IFO Regina Elena di Roma ha partecipato all’iniziativa aggiungendo ai servizi gratuiti volti alla prevenzione, anche una settimana di eventi online orientati alla divulgazione delle molte realtà che collaborano con l’Ospedale per il sostegno dei malati oncologici.

Lunedì 19 aprile lo yoga è stato scelto come “apripista” per la diretta nazionale online dell’evento patrocianato, fra gli altri, dalla Federazione Italiana Yoga e da SARVA yoga International, utilizzando lo spazio della lezione yoga settimanale “Yoga in IFO” e rendendola parte integrante dell’evento stesso.

Rosa Sciuto, Medico Primario di Medicina Nucleare dell’Ospedale Regina Elena di Roma e Insegnante FIY, ha introdotto il tema scelto per l’evento dal titolo “Yoga, un aiuto per il benessere della donna colpita da tumore” e ha risposto alle numerose domande che via via si visualizzavano durante la diretta.

Con la sua chiarezza ed estrema competenza Rosa Sciuto ha descritto l’efficacia della pratica yoga citando studi e ricerche scientifiche pubblicate, oltre che attraverso la sua esperienza personale di medico ed è riuscita a coniugare “scienza e cuore”, essenza yogica che tanto amiamo.

Porzia Maria Favale, insegnante FIY, rappresentante FIY per la Regione Lazio e capoprogetto “Yoga in IFO”, ha condotto la lezione con lo stile e la passione che la contraddistinguono.

Porzia Maria Favale ha accolto in un “abbraccio curativo” anche chi si cimentava in una breve seduta per la prima volta, facendo pervenire in diretta note di apprezzamento e ringraziamenti su scala nazionale.

I risultati non si sono fatti attendere e a poche ore dalla diretta, la registrazione ha contato più di 16.000 visualizzazioni, innumerevoli commenti positivi e nuove richieste di partecipazione al corso “Yoga in IFO” online ogni lunedì. Grandi numeri per lo yoga di qualità!

La registrazione dell’evento è disponibile sulla pagina fb IFO Regina Elena – San Gallicano

di Alessandra Dechigi

La Crociata del Crociato

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LA CROCIATA DEL CROCIATO    di Alessandra Dechigi

In un attimo tutto è cambiato.

La borsa del mare è rimasta vicino alla porta di casa, spettatrice immobile della trasformazione di ogni progetto.

Sono scivolata e con una caduta comica e grottesca ho visto la mia rotula dislocarsi.

Istintivamente l’ho circondata con le mani rimettendola al suo posto poi…il referto: rottura del legamento crociato.

Sono passati 5 mesi da quel momento: un tempo tutto da investigare.

All’inizio c’era solo la non accettazione, la rabbia, il dolore lancinante che non mi abbandonava mai. L’immobilità forzata, la rinuncia ad ogni progetto e anche al più piccolo desiderio, mi facevano vivere il corpo come una prigione claustrofobia.

Non mi è mai successo di essere bloccata fino al punto da non potermi neanche mettermi su un fianco!

Il dolore onnipresente sembrava una di quelle sirene di allarme che annunciano la catastrofe alla quale non poter sfuggire.

La mente, l’unica a potersi muovere a piacimento, iniziava a prendere il sopravvento, aggiungendo strazio e confusione.

Così alla rabbia è seguita l’indolenza. L’azione è stata soppiantata dalla frustrazione.

Non riuscivo a rimanere a galla in una melma di emozioni contrastanti.

Sono una persona positiva ed entusiasta, credevo… ma dove ero finita?

Mi era impossibile leggere una pagina, fare un disegno, guardare un film perché la concentrazione non mi era possibile.

Le giornate erano prive di senso e senza scopo. Vedevo tutto ostile e anche le parole d’incoraggiamento e le manifestazioni di amore di tutti quelli che mi giravano intorno erano odiose e insopportabili.

Io ero prigioniera di me stessa.

Quanto è durato? Un mese lunghissimo. Poi ho conquistato la sedia a rotelle e le prime sedute di fisioterapia.

Ero terrorizzata, mi sentivo ancora di più alla mercé: ho vissuto passivamente e con fastidio l’accudimento, le decisioni di altri, il non controllo di me, del mio spazio doloroso.

Il tempo sembrava ancora più lungo e buio.

Quelle brevi uscite in macchina per raggiungere lo studio di fisioterapia le vivevo con angoscia.

Il mondo fuori era pieno di insidie alle quali non mi sarei mai potuta sottrarre autonomamente.

In quei momenti da passeggera guardavo la città dal finestrino impossibilitata a fronteggiare ogni buca, marciapiede o scalino.

Tutto il mio ego si è piegato. Poi è iniziata la trasformazione.

Una volta ho letto che le ginocchia rappresentano la volontà e l’autoaffermazione. Ci si inginocchia raramente e solo quando si riconosce qualcosa o qualcuno di superiore.

Ho cominciato a riflettere: umiltà, affidamento, accontentamento e gratitudine.

da qui è iniziata la mia “crociata”.

Finalmente ho messo a frutto le tecniche di respirazione per tenere a bada le “Erinni” che si erano impossessate della mia mente, rendendola un luogo anarchico e ostile.

La pratica ha sgretolato la rigidità e lo scudo del mio mondo ristretto. Ho cominciato ad affidarmi a chi si stava occupando di me, espirando.

Ho assorbito la generosità e l’amore che mi circondava, inspirando e lentamente tutto il mio spazio vissuto, interno ed esterno, diventava più “elastico” e permeabile.

Finalmente ho cominciato a sospirare.

Il primo libro che ho preso in mano è stata la traduzione della Chandogya Upanisad.

Se qualcuno si stava occupando del mio fisico, io solamente mi sarei potuta occupare di tutto il resto.

Ho letto, riletto, assorbito, meditato, condiviso: Tat Tvam Asi!

Non lo leggevo da tanto tempo. In fondo in fondo…non mi curavo da tanto tempo.

Ultimamente sto abbandonando anche la seconda stampella e con gratitudine sto reimparando a camminare.

Durante la visita di controllo il dottore mi ha detto che tutto sta andando come deve. Dall’incidente ci vogliono sei mesi per guarire e un anno per dimenticare.

La mia “crociata” è in pieno svolgimento.                         di Alessandra Dechigi

IL LAGO SENZA SPONDE DELLA MENTE (Yogananda)

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di Purnima Scognamiglio

Ho sempre amato soffermare lo sguardo sui dolci mutamenti del colore e dei movimenti dell’acqua del lago,nelle  varie ore del giorno e nelle diverse stagioni, osservando i miei stati d’animo e quel senso di pace a cui sempre anelo.

Ora, seduta sulla sponda del lago, mi torna in mente il mio grande Maestro: il mistico filosofo indiano Maharishi Mahaesh che molti anni fa mi ha iniziato alla Meditazione Trascendentale.

Egli paragonava il lago alla storia della vita interiore.

Le increspature dell’acqua sulla superficie rappresentano le fluttuazioni della mente conscia

(vrtti) mentre nella profondità del lago vi è il silenzio, paragonato all’inconscio.

Se le increspature dell’acqua in superficie potessero andare più in profondo e riempirsi di quel silenzio, potrebbero diventare onde potenti come le onde dell’oceano.

Simile è il processo che accade nella Meditazione Trascendentale.  L ‘attività della mente cosciente va in profondità e assorbe molto dell’attività della mente inconscia.

Con lunga e seria pratica l’attività inconscia viene  inglobata dalla mente conscia portando il meditante a cominciare ad usare l’enorme potenziale della mente.

Raggiunge così la coscienza di beatitudine, mantenendo la sua natura essenziale , propria della natura della mente, che viene perduta quando gode della gioia dei riflessi del mondo relativo, adombrata dagli oggetti della percezione, annullando lo spirito per la vita materiale.

Nella Meditazione Trascendentale la mente va nella profondità del pensiero, poi lo trascende.

Andare oltre la mente non è un’azione fisica ma significa superare i limiti della prigione che ci costruiamo da soli, schiavi del nostro Ego, che ci rende vulnerabili ad ogni contatto della vita e della realtà.

Finchè saremo concentrati sul nostro Ego, non ci sarà possibilità di crescita, di pace ed uguaglianza tra gli uomini. Non riusciremo a lasciare questa prigione di strutture psicologiche dominate dall’io, desiderando vivere in questa prigione, anzi adornandola con teorie ed ideologie.

Il contatto con i nostri simili comporta competizione, gelosia, invidia, rabbia, violenza.

Solo uno stato di umiltà può aiutarci a raggiungere il mistero della natura dell’altro, trasformando il contatto con i nostri simili, liberi dalla schiavitù dell’ Ego.

L’umiltà non è una virtù o qualità della mente, ma dimensione della coscienza.

Nell’umiltà non giudichiamo eventi e persone ma impariamo da essi.

Con il contatto con i nostri simili non vi saranno più l’ambizione e tutte le altre emozioni negative ma impariamo a conoscere l’altro e  il mistero della sua natura.

La dimensione dell’umiltà ci permette di “ascoltare e osservare” totalmente l’altro e non solo ciò che dice, evitando di rapportare le sue parole a tutto ciò che è nella nostra memoria egoica, senza giudicare o reagire.

I rapporti sono specchi in cui possiamo vedere la nostra realtà.

Riuscire a fare ciò migliorerebbe il rapporto con la nostra coscienza, spostata su un piano più alto, senza identificazioni, agendo da una visione totale e non parziale della realtà.

L’energia liberata da uno stato dell’essere privo di Ego, non legata alla mente condizionata, solo consapevole della totalità della vita, e in cui spariscono tutti gli impulsi negativi e tutte le prigioni della mente, è l’Amore che ci permette di emanare meravigliose onde di pace

Ora osservo il lago di fronte a me.

L’acqua è immobile.

Fisso lo sguardo tra le sopracciglia nel lago senza sponde della mente.

Il cerchio eterno della pace mi circonda e le sue vibrazioni invadono il vasto territorio della mia mente, riversandosi oltre i suoi argini, dilagando oltre i suoi confini, espandendosi in direzioni infinite……

                                                                                  Purnima  Scognamiglio

Si riaprono le Quattro Stagioni dello Yoga

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Dopo aver dovuto rinunciare ai due appuntamenti  primaverili di Yoga alle Terme finalmente ricominciamo con il nostro amatissimo percorso circolare:

I W.E. delle Quattro Stagioni

Il ciclo ricomincia dall’ appuntamento estivo con il solstizio d’ estate:

Estate di Yoga & Benessereche si terrà il 27 e 28 giugno prossimo venturo.

Riapriremo i nostri appuntamenti con lo Yoga in una location nuova: il Relais Villa D’ Assio ****

a circa un ‘ ora da Roma verso Rieti. Una totale immersione in una natura incontaminata , con a disposizione degli ampi spazi che garantiranno il migliore distanziamento.

Ricominceremo a respirare aria pulita e rimetteremo il nostro organismo nelle condizioni migliori prima dell’ estate.

A presto

 

 

 

Per info più dettagliate compila il modulo:

Calma la mente e l’ anima ti parlerà (Ma Jaya Sati Bhagavathi)

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Quando ci si rilassa al punto che la frequenza delle onde cerebrali rallenta fino allo stato alfa, il chakra del cuore,  ritenuto sede dell’anima e dell’amore, comincia ad aprirsi.

Anahat Chakra,  localizzato nel cuore, il luogo in cui risuona il mistico suono ottenuto senza percussione, eco della prima vibrazione dell’universo in procinto di manifestarsi, il luogo in cui ogni coppia di contrari può trovare la pacificazione ed essere in perfetta  armonia  grazie all’energia del cakra: l’AMORE supremo .

Per raggiungere questo scopo, fondamentale è il processo di educazione della mente.

In genere la mente, che è senza disciplina, viene occupata da molti pensieri contemporaneamente: famiglia, affari, salute, desideri, lavoro, paure, speranze. Si creano vortici (vrtti)  alla cui origine  contribuiscono le 5 matrici che condizionano la mente  sia nelle scelte che nell’orientamento dei processi mentali : i Klesha , nodi della mente, che inducono sofferenza.

E’ soltanto privilegio dello Yogi, dotato di una mente ferma, nutrire un pensiero alla volta e trattenerlo per tutto il tempo che desidera. Egli sa che il pensiero è la più potente arma a sua disposizione e può sfruttare l’uso di questa forza per incalcolabili possibilità.  Riuscire ad osservare la mente mostra che moltissimi pensieri sono  inconsistenti, eppure la mente vaga incessantemente tra essi, mentre pensieri illuminanti aiutano a riflettere e a migliorare la vita.

Bisogna imparare a liberare la mente da inutili informazioni e inutili pensieri mondani  colmandola di pensieri divini che ci riconducano alla nostra natura di puro spirito, l’eterno ed immutabile Atman  , per distaccarci dalla nostra tendenza ad identificarci  con la nostra natura materialista . Un pensiero divino  rende il cuore saldo  e la mente forte. Esso illumina il volto, specchio della mente. Un pensiero negativo  incide un segno profondo sul viso offuscandolo . Soprattutto  gli occhi – specchio dell’anima – mostrano la condizione e il contenuto della mente.

Noi diventiamo  ciò che pensiamo. Il pensiero costituisce il nostro mondo interiore.

Pensieri sani ci mantengono sani, mentre pensieri di fragilità, di disfunzioni, disfacimento e distruzione non aiuteranno certamente a godere di buona salute, equilibrio ed armonia. Infatti il corpo è unito alla mente, invece di esserne sua controparte. I pensieri  influiscono sul corpo. Ogni pensiero procura nella mente una vibrazione che poi si trasmette al corpo fisico.

L’attività delle cellule nervose  produce delle trasformazioni chimiche ed elettriche derivanti dal pensiero. Pensieri di odio, gelosia, ansia, ira ,aggressività, invidia, distruggono  effettivamente  cellule del corpo, provocando malattie al cuore, fegato, reni, stomaco, ecc.

Qualunque pensiero si possa coltivare, che si sia conscio o meno, la legge universale di attrazione continuerà ad agire, attirando su se stessi, quanto corrisponde al pensiero dominante, poiché la mente ha un “potere di attrazione”.  Inoltre, il pensiero lascia il cervello e si libra nello spazio, dando origine a delle vibrazioni nel Manas, atmosfera mentale, dirigendosi in tutti sensi.

Un vero Yogi, tramite le vibrazioni dei suoi pensieri, aiuta a purificare  il mondo, penetrando silenziosamente nella mente di migliaia di persone.

Un vero Yogi ed i Mahatma aiutano l’umanità con le loro vibrazioni spirituali e la loro aura magnetica trasmettendo alle persone più adatte i loro messaggi per mezzo della telepatia, comunicazione considerata paranormale ma che per  loro  è normale e semplice. Le vibrazioni dei pensieri viaggiano più veloci della luce e dell’elettricità…… Tutti noi possiamo inviare nell’atmosfera mentale pensieri  purificanti, d’amore, di felicità, bontà, misericordia, fiducia, che possano ispirare tutte le persone sensibili alla loro ricezione.

Calmare la mente è dunque agire  sui pensieri. I pensieri superflui e nocivi  sono soltanto un ostacolo alla crescita interiore. Soprattutto non lasciamo che la mente  resti invischiata nelle vecchie abitudini  e  abbandoniamo la paura di pensare in modo diverso dagli altri. Restiamo gentili. Rifiutiamo che il mondo ci renda insensibili, che la sofferenza ci lasci odiare, che l’amarezza rubi la dolcezza.

E’ necessario impegnarsi nella disciplina del pensiero. Non sarà facile poiché i pensieri frivoli e mondani, tutta la gamma di pensieri legati a sentimenti negativi assilleranno la mente  anche quando si cerca di praticare lo yoga e la vita spirituale.

Meta altrettanto difficile è sviluppare la saggezza. Non basta la sola volontà o il solo desiderio di essere saggi. La saggezza non è solo un pensiero intellettuale. Occorre la consapevolezza  di ciò che pensiamo, delle nostre azioni, delle nostre parole, consapevolezza  che può sorgere solo da uno stato di calma interiore.

Ma la mente  vuole sempre qualcosa ed è in continua ricerca . E lo fa attraverso i sensi ma non soddisfa mai la sua fame. La via per soddisfare la mente non è quella di  andare  fuori ma di rivolgerla verso l’interno.(Svadhyaya – educazione dell’io – studio  di sé stessi )

La conoscenza del Sé è un immenso tesoro e la meditazione e lo studio dei testi  sacri  sono la chiave per accedervi . La meditazione ci porta a distaccarci da tutti i  pensieri dispersivi ,dalle onde dell’ira ,dell’invidia, della gelosia,                                  dell’odio, nemiche della pace e della saggezza. Raggiungiamo la purezza della mente liberando il campo dai pensieri negativi  seminando quelli buoni,  coltivandoli anche con i Mantra e il Pranayama.

Quando meditiamo dobbiamo prima di tutto sentire la volta cranica fluida. Se abbiamo il cranio contratto non possiamo meditare  . Liberiamo il capo dalle tensioni sottili che sono situate nelle ossa craniche, strutture mobili al pari dei polmoni e della cassa toracica, rilassiamo le ossa temporo mandibolari che si muovono in modo impercettibile, come le branchie dei pesci. Poi attraverso un  opportuno  pranayama  giungiamo alla coerenza  cuore – cervello coinvolgendo il cuore , considerato  come terzo cervello, col suo sistema nervoso indipendente.  Il cuore  nient’altro che un muscolo per il materialismo scientifico  ,  è centro di saggezza nella medicina cinese e  nei Veda  mediatore tra cielo e terra.

La meditazione  è uno “stato” (Krisnamurti), un” tornare a casa” (Osho), un piacevole librarsi nel vuoto.  Attraverso le  pratiche Yoga e con molto impegno, possiamo creare le condizioni favorevoli per sviluppare consapevolezza e disciplina interiore, dare forza, equilibrio e stabilità al corpo e alla mente per ottenere la giusta energia necessaria a sostenere stati di coscienza espansa.

Osservando lo stato della mente, stacchiamoci dai nostri pensieri quotidiani, non per annullarli, ma per permettere al profondo di manifestarsi liberamente. Attraverso l’osservazione  del pensiero, acquietando i tumulti, calmando le emozioni, concentrandosi su un unico pensiero o un mantra, restando indifferenti ai pensieri molesti affinchè scompaiano da soli, senza controllare o costringere, senza giudicare, entriamo nel nostro mondo interiore, apriamo il nostro chakra del cuore all’amore incondizionato, quel tipo di amore che non si aspetta ritorno,  ma che solo allora riceve .

Ascoltiamo la nostra anima . L’anima, metafora del piccolo, più piccola del piccolo, perché invisibile (Hillman). Entità non misurabile, poiché non è una sostanza e non è una forza, anche se noi siamo chiamati dalla forza delle sue pretese, comprendibile non con mezzi fisici ma solo con un sentimenti aperti al sacro. L’anima,ciò che si riesce a percepire nel profondo,che permette di superare le barriere della mente e della razionalità .

E solo allora riusciremo a percepire la differenza tra  il nostro Ego e il nostro Atman, ad entrare nella sua luce, a conoscere quella dimensione in cui non esiste conflitto e non esiste tempo.

Purnima Scognamiglio

Dalle tenebre alla luce

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Di Alessandra Dechigi:

Non è facile essere paziente.

La dose necessaria di distacco che mi permette di mantenere la calma e il sorriso di fronte agli imprevisti si era quasi esaurita già da un po’ ma finalmente il portone di Via XX Settembre 5 si è cominciato ad aprire lento e scricchiolante…come sempre.

Sono anni che insieme agli insegnanti FIY si organizzano lezioni di yoga “speciali” per condividere e celebrare momenti altrettanto speciali e ogni volta è una sorpresa.

Ogni volta sono messa alla prova rispetto alla mia pratica personale, all’illusione di aver capito, digerito, superato gli ostacoli che la mente mi mette davanti.

Così mi ritrovo a “vedere” le cose come se fosse sempre la prima volta e dopo l’iniziale smarrimento, il senso dell’essere nel presente si schiude e tutto diventa più luminoso.

“Aspettando il solstizio d’inverno” è il titolo dell’evento organizzato sabato 14 dicembre presso i locali dell’Ambasciata dell’India a Roma dalla rappresentante regionale FIY Porzia Maria Favale che negli  anni mantiene un’ampia rete di condivisione e collaborazione fra tutti noi con sincera positività.

Sabina Campione e Ilenia Di Giovanni hanno condotto una bellissima pratica dal titolo “Dalle tenebre alla luce”.

Alessia Velletrani ha assistito i partecipanti in sala durante la pratica con generosità e professionalità.

Lia Carovillano, Sabrina Celi, Maura Grava, Lucia Morotti e Emanuela Paone sono state i punti di riferimento nell’ accogliere tutti nel migliore dei modi per rendere la giornata, se possibile, ancora più speciale.

Poi ci sono i partecipanti che non vengono nominati singolarmente ma sono il vero cuore di ogni evento. Senza la partecipazione, la condivisione, l’impegno, insomma in una parola: il tapas, non si arriva a nulla e anche sabato 14 dicembre ne abbiamo tutti avuto la riprova.

Celebrare il solstizio d’inverno attraverso una preparazione “yogica” dà qualità e spessore al tempo che s

corre distrattamente.

E’ dall’antichità che l’uomo osserva il moto apparente che il sole descrive nel cielo per regolare la sua vita venatoria e agricola.

Durante il solstizio, “sole stazionario”, il sole appare stabile rispetto all’equatore celeste. E’ il momento in cui nella continua danza della luce e dell’ombra, la momentanea vittoria dell’oscurità cede il passo alla rivincita, alla ri-nascita, ri-uscita del sole dal buio della terra tornando a crescere e sconfiggere l’ombra.

Tante sono le leggende, i miti e le divinità che l’uomo, ad ogni latitudine, ha creato per spiegarsi il fenomeno dell’alternanza.

Il solstizio d’inverno è occasione per guardare dentro se stessi per riconoscere le proprie paure e i propri dubbi.

E’ tempo di affrontare e lasciare andare via tutto ciò che limita e frena la nostra nuova crescita.

E’ tempo di liberarsi dal peso delle insicurezze e dei timori che ingombrano la nostra anima e ci impediscono la ri-nascita.

E’ tempo di far risplendere la nostra luce interiore

Alessandra Dechigi

 

SOLSTIZIO D’INVERNO

Come è limpida questa notte

cosi vicina al sole,

eppure cosi immensamente bella,

raccolgo il sorriso delle stelle,

questo meraviglioso dono

del solstizio d’inverno.

Chissà se lontano oltre gli spazi

dell’incommensurabile,

Musetta guarda la luna

che gira intorno al cuore,

che si fa stella,

fiore,

sogno

E’ il momento della Shakti

Postato il

di Alessandra Dechigi

Queste sono state le parole con le quali il presidente federale Eros Selvanizza ha dato inizio al convegno FIY svoltosi a Calambrone il 4-5-6-ottobre scorsi, dal titolo “Yoga:patrimonio dell’umanità”.

E’ a metà del 19° secolo che lo yoga entra in Occidente, con il celebre intervento di Swami Vivekananda al parlamento mondiale delle religioni.

Ora lo yoga in Occidente ha bisogno della sua fonte.

L’impegno di Antonietta Rozzi nel ricercare questa sorgente è stato premiato con il grande riconoscimento da parte del Primo Ministro e di tutto il governo indiano.

Vivekananda diceva che ci si eleva solo attraverso l’istruzione. Ed è così.

L’istruzione è un atto femminile, inclusivo, di ascolto e comprensione; L’istruzione concorre a mantenere l’equilibrio dinamico del divenire, della vita.

La disciplina dello yoga risponde perfettamente a tutti i canoni educativi che richiede l’istruzione di cui parlava Swami Vivekananda, ma senza uno “standard” lo yoga rischia la volgarizzazione.

E’ per questo che l’era attuale richiede di associarci per progredire. Accademia e pratica non possono essere disgiunte, tornare alla sorgente per ricaricare di energia il lavoro attuale è fondamentale.

Qualcuno ha detto che in India sono stati presi i mattoni per costruire la nostra casa qui e la casa, il focolare rimandano a quel concetto di Shakti che ha permeato l’intero convegno di Calambrone.

Yoga patrimonio dell’umanità, dunque dovere del padre, ma senza “matrimonio”, cioè dovere della madre, non può esserci un padre.

Il grande impegno di Antonietta Rozzi nel tornare alla fonte, in India dove tutto ha avuto inizio, rinnovare i voti di un matrimonio indissolubile fra India e Occidente, ha un grande valore energetico e riequilibrante.

Gli indiani d’America usavano il Calumet per associarsi: il braciere, simbolo femminile dove si bruciavano erbe aromatiche e il cannello simbolo maschile attraverso il quale aspirare e condividere.

Mi sento grata per aver avuto accesso a questo Calumet virtuale che ancora emana il suo profumo.

Alessandra Dechigi

 

Ritorna lo Yoga all’ IFO Regina Elena

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di Barbara Damiani e Alessandra Dechigi

Lunedì 7 ottobre 2019 è ricominciato il corso di yoga, tenuto da insegnanti della Federazione Italiana Yoga, presso l’IFO ospedale Regina Elena a Roma.

Il laboratorio di yoga è dedicato a tutti coloro che hanno attraversato la malattia o che stanno ancora in cura presso l’ospedale.

La prima lezione dell’anno è stata inaugurata da Porzia Maria Favale, Rappresentante Regionale Lazio FIY, con il supporto dell’insegnante Barbara Damiani e Massimo Olivieri.

La ricerca di serenità, rilassamento, ritrovare la gioia, l’elasticità e l’energia per affrontare i momenti difficili della malattia sono gli elementi che le persone cercano in una lezione di yoga in ospedale e chi era presente lo ha confermato.

Durante tutta la lezione gli insegnanti hanno aiutato gli allievi a ritrovare un senso di benessere attraverso piccoli accorgimenti da utilizzare durante la pratica quotidiana individuale, ma soprattutto si è cercato di portare l’attenzione al respiro, veicolo delle nostre emozioni, per liberare la mente dai piccoli e grandi pensieri. I movimenti accompagnati da un respiro calmo e regolare diventano in questo modo uno strumento per ricaricarsi, per far circolare nel corpo energia positiva.

L’appuntamento per tutti è ogni lunedì fino al prossimo giugno!

di Barbara Damiani e Alessandra Dechigi