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COMUNICATO STAMPA
Siamo felici di informare che la Federazione Italiana Yoga, ha ricevuto un Attestato di benemerenza dal Principe Sergio di Jugoslavia, Presidente Internazionale dell’Associazione Regina Elena per l’attività svolta presso gli IFO di Roma da oltre 10 anni.
La cerimonia di consegna si è svolta in occasione della celebrazione dei 150 anni dalla nascita della Regina Elena di Montenegro distintasi per l’incredibile attività caritatevole rivolta alle persone sofferenti.
Questo premio ci stimola a continuare l’opera di diffusione delle tecniche yogiche in ambito ospedaliero.

GRAZIE
GRAZIE di Alessandra Dechigi
Ogni lunedì i malati oncologici dell’IFO possono partecipare ad una lezione di yoga completamente gratuita e studiata per le loro esigenze.
In oltre 13 anni il progetto è diventato una realtà conosciuta e molto apprezzata da medici e pazienti.
Domenica 23 gennaio 2023 gli insegnanti del gruppo Yoga in IFO hanno ricevuto dalle mani del presidente FIY Eros Selvanizza un attestato di ringraziamento per la preziosa opera di volontariato prestata presso gli istituti IFO – Regina Elena – San Gallicano di Roma.

In occasione della cerimonia di consegna degli attestati, li insegnanti sono stati chiamati a testimoniare la propria esperienza e ciò che è emerso è stata tanta commozione e gratitudine da parte di tutti.
Abbiamo ascoltato la voce rotta dall’emozione e abbiamo visto le lacrime, ma abbiamo sentito tanta unità, audacia e coraggio.
Ringraziare è bello e la gratitudine arricchisce il presente; ci aiuta ad accettare la vita così come è, dandoci la possibilità di intervenire in ciò che possiamo cambiare e prendere atto di ciò che non possiamo cambiare.
Samtosha, tradotto spesso con il termine appagamento, è il nyama che più si avvicina e chiarisce il senso profondo della gratitudine.
Un grande ringraziamento va quindi, agli insegnanti che hanno realizzato questo progetto: Porzia Maria Favale, Floriana Amati, Gioia Croci, Barbara Damiani, Alessandra Dechigi, Francesca Desideri, Ilenia Di Giovanni, Maura Grava, Sara Guerrera, Fabio Milioni, Lucia Morotti, Massimo Olivieri, Sabrina Tinelli.
Al Presidente FIY Eros Selvanizza che ha reso possibile l’inserimento degli insegnanti di yoga in una struttura ospedaliera.
Ai direttori sanitari e a tutti i medici che credono nell’efficacia delle terapie di supporto.
A tutti gli allievi/pazienti che ogni giorno affrontano la vita con coraggio e fiducia.
LO YOGA IN OSPEDALE IN DIRETTA NAZIONALE
LO YOGA IN OSPEDALE IN DIRETTA NAZIONALE di Alessandra Dechigi
Alcuni giorni fa il presidente Sergio Mattarella ha detto: “La salute femminile costituisce un bene primario e collettivo la cui tutela non deve conoscere ostacoli e limitazioni.”
Sono state queste le parole che hanno introdotto la settimana dal 19 al 25 aprile 2021 dedicata alla salute della donna.
Come ogni anno anche l’IFO Regina Elena di Roma ha partecipato all’iniziativa aggiungendo ai servizi gratuiti volti alla prevenzione, anche una settimana di eventi online orientati alla divulgazione delle molte realtà che collaborano con l’Ospedale per il sostegno dei malati oncologici.
Lunedì 19 aprile lo yoga è stato scelto come “apripista” per la diretta nazionale online dell’evento patrocianato, fra gli altri, dalla Federazione Italiana Yoga e da SARVA yoga International, utilizzando lo spazio della lezione yoga settimanale “Yoga in IFO” e rendendola parte integrante dell’evento stesso.
Rosa Sciuto, Medico Primario di Medicina Nucleare dell’Ospedale Regina Elena di Roma e Insegnante FIY, ha introdotto il tema scelto per l’evento dal titolo “Yoga, un aiuto per il benessere della donna colpita da tumore” e ha risposto alle numerose domande che via via si visualizzavano durante la diretta.
Con la sua chiarezza ed estrema competenza Rosa Sciuto ha descritto l’efficacia della pratica yoga citando studi e ricerche scientifiche pubblicate, oltre che attraverso la sua esperienza personale di medico ed è riuscita a coniugare “scienza e cuore”, essenza yogica che tanto amiamo.
Porzia Maria Favale, insegnante FIY, rappresentante FIY per la Regione Lazio e capoprogetto “Yoga in IFO”, ha condotto la lezione con lo stile e la passione che la contraddistinguono.
Porzia Maria Favale ha accolto in un “abbraccio curativo” anche chi si cimentava in una breve seduta per la prima volta, facendo pervenire in diretta note di apprezzamento e ringraziamenti su scala nazionale.
I risultati non si sono fatti attendere e a poche ore dalla diretta, la registrazione ha contato più di 16.000 visualizzazioni, innumerevoli commenti positivi e nuove richieste di partecipazione al corso “Yoga in IFO” online ogni lunedì. Grandi numeri per lo yoga di qualità!
La registrazione dell’evento è disponibile sulla pagina fb IFO Regina Elena – San Gallicano
di Alessandra Dechigi
La Crociata del Crociato
LA CROCIATA DEL CROCIATO di Alessandra Dechigi
In un attimo tutto è cambiato.
La borsa del mare è rimasta vicino alla porta di casa, spettatrice immobile della trasformazione di ogni progetto.
Sono scivolata e con una caduta comica e grottesca ho visto la mia rotula dislocarsi.
Istintivamente l’ho circondata con le mani rimettendola al suo posto poi…il referto: rottura del legamento crociato.
Sono passati 5 mesi da quel momento: un tempo tutto da investigare.
All’inizio c’era solo la non accettazione, la rabbia, il dolore lancinante che non mi abbandonava mai. L’immobilità forzata, la rinuncia ad ogni progetto e anche al più piccolo desiderio, mi facevano vivere il corpo come una prigione claustrofobia.
Non mi è mai successo di essere bloccata fino al punto da non potermi neanche mettermi su un fianco!
Il dolore onnipresente sembrava una di quelle sirene di allarme che annunciano la catastrofe alla quale non poter sfuggire.
La mente, l’unica a potersi muovere a piacimento, iniziava a prendere il sopravvento, aggiungendo strazio e confusione.
Così alla rabbia è seguita l’indolenza. L’azione è stata soppiantata dalla frustrazione.
Non riuscivo a rimanere a galla in una melma di emozioni contrastanti.
Sono una persona positiva ed entusiasta, credevo… ma dove ero finita?
Mi era impossibile leggere una pagina, fare un disegno, guardare un film perché la concentrazione non mi era possibile.
Le giornate erano prive di senso e senza scopo. Vedevo tutto ostile e anche le parole d’incoraggiamento e le manifestazioni di amore di tutti quelli che mi giravano intorno erano odiose e insopportabili.
Io ero prigioniera di me stessa.
Quanto è durato? Un mese lunghissimo. Poi ho conquistato la sedia a rotelle e le prime sedute di fisioterapia.
Ero terrorizzata, mi sentivo ancora di più alla mercé: ho vissuto passivamente e con fastidio l’accudimento, le decisioni di altri, il non controllo di me, del mio spazio doloroso.
Il tempo sembrava ancora più lungo e buio.
Quelle brevi uscite in macchina per raggiungere lo studio di fisioterapia le vivevo con angoscia.
Il mondo fuori era pieno di insidie alle quali non mi sarei mai potuta sottrarre autonomamente.
In quei momenti da passeggera guardavo la città dal finestrino impossibilitata a fronteggiare ogni buca, marciapiede o scalino.
Tutto il mio ego si è piegato. Poi è iniziata la trasformazione.
Una volta ho letto che le ginocchia rappresentano la volontà e l’autoaffermazione. Ci si inginocchia raramente e solo quando si riconosce qualcosa o qualcuno di superiore.
Ho cominciato a riflettere: umiltà, affidamento, accontentamento e gratitudine.
da qui è iniziata la mia “crociata”.
Finalmente ho messo a frutto le tecniche di respirazione per tenere a bada le “Erinni” che si erano impossessate della mia mente, rendendola un luogo anarchico e ostile.
La pratica ha sgretolato la rigidità e lo scudo del mio mondo ristretto. Ho cominciato ad affidarmi a chi si stava occupando di me, espirando.
Ho assorbito la generosità e l’amore che mi circondava, inspirando e lentamente tutto il mio spazio vissuto, interno ed esterno, diventava più “elastico” e permeabile.
Finalmente ho cominciato a sospirare.
Il primo libro che ho preso in mano è stata la traduzione della Chandogya Upanisad.
Se qualcuno si stava occupando del mio fisico, io solamente mi sarei potuta occupare di tutto il resto.
Ho letto, riletto, assorbito, meditato, condiviso: Tat Tvam Asi!
Non lo leggevo da tanto tempo. In fondo in fondo…non mi curavo da tanto tempo.
Ultimamente sto abbandonando anche la seconda stampella e con gratitudine sto reimparando a camminare.
Durante la visita di controllo il dottore mi ha detto che tutto sta andando come deve. Dall’incidente ci vogliono sei mesi per guarire e un anno per dimenticare.
La mia “crociata” è in pieno svolgimento. di Alessandra Dechigi
Cantico delle paure
Lavatevi la mani
ma andate scalzi
e baciate la terra ferita.
Starnutite nel gomito
ma leccate le lacrime di chi piange.
Non viaggiate a vanvera
ora è tempo di stare fermi nel mondo
per muoversi in noi stessi
dentro gli spazi sottili
del sacro e l’ umano.
Indossate pure le mascherine
ma fatene la cattedrale del vostro respiro,
del respiro del cosmo.
Ascoltate pure il telegiornale
che finalmente parla di noi
e del più grande miracolo
mai capitato:
siamo vivi
e non ci rallegra morire.
Per ogni nuovo contagio
accarezza un cane
pianta un fiore
raccogli una cicca da terra,
chiama un amico che ti manca
narra una fiaba a un bambino.
Ora che tutti contano i morti tu conta i vivi,
e vivi per contare,
concedi solo l’ ultimo istante alla morte
ma fino ad allora vivi all’ infinito
consacrati all’ eterno.
Andrea Melis
La Giornata del Sollievo venerdì 24 maggio 2019
di Alessandra Dechigi:
Non è stato un venerdì mattina consueto per chi ha varcato il grande portone del San Gallicano – Regina Elena. Oggi l’atmosfera era diversa.
I volontari di tante Associazioni insieme agli insegnanti della Federazione Italiana Yoga hanno dato il loro contributo per celebrare “la Giornata del Sollievo”.
“Esiste il dolore, ma esiste il modo di superarlo” dice il Buddha e questo è lo spirito che si è letteralmente respirato attraverso gli esercizi di rilassamento e di respirazione antalgica che a turno, gli insegnanti della FIY hanno offerto ai presenti interessati.
La respirazione è uno degli atti più importanti che vengono compiuti dal corpo, oltre che uno di quelli con il maggior numero di effetti diversi: un respiro ossigena le cellule, espelle gli scarti del metabolismo, aiuta a comunicare (sia verbalmente che non verbalmente, basti pensare agli sbuffi di noia), permette l’espressione artistica di sé, aiuta a rilassarsi.
Un altro effetto, non molto conosciuto ma potenzialmente molto interessante, della respirazione è il controllo del dolore. Sebbene sia famosa l’importanza delle tecniche respiratorie in momenti particolari come il travaglio, occasione in cui il respiro viene utilizzato per minimizzare i dolori delle partorienti, l’efficacia della respirazione antalgica va ben al di là di questo singolo contesto.
Gli effetti della respirazione antalgica (termine di provenienza greca che significa letteralmente “che contrasta il dolore”) sono da spiegarsi secondo due principali ordini di motivi. Il primo di essi, più strettamente correlato all’atto respiratorio, è legato ai movimenti muscolari compiuti durante la respirazione: i muscoli respiratori, soprattutto quelli accessori (addominali, dorsali, trapezi) giocano un ruolo importante nel mantenimento della corretta postura. Dal momento che l’equilibrio posturale aiuta a evitare il manifestarsi di dolori acuti e cronici, l’incidenza di questi ultimi può essere limitata semplicemente curando la respirazione.
In secondo luogo, è stato scientificamente provato come le tecniche di respirazione profonda, interagendo con i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, aiutino a raggiungere uno stato di rilassamento psicofisico che permette di tenere sotto controllo dolori anche intensi, come ad esempio quelli post-operatori o quelli legati alle lombosciatalgie.
Un esempio di tecnica di respirazione antalgica molto semplice da provare è quello della cosiddetta “respirazione 4-7-8”: 4 secondi di inspirazione, 7 secondi di pausa e 8 secondi di espirazione per rilassare il corpo e la mente e alleviare in breve tempo i dolori senza necessariamente ricorrere agli antidolorifici convenzionali, il tutto attraverso un’azione innata, semplice e naturale come la respirazione.
Il tema del sollievo dal dolore riporta al tema della libertà. Tutti stiamo imparando ad essere liberi e possiamo farlo solo comprendendo in che modo siamo prigionieri.
Ogni fenomeno fisiologico, psicologico o fisico può diventare una porta che conduce alla verità.
L’essenza della felicità è un corpo che non soffre e un cuore e una mente che non sono oppressi da ansia, paura e odio. Possiamo nutrire questa consapevolezza grazie al respiro.
Respira e sai che sei vivo.
Respira e sai che tutto ti aiuta.
Respira e sai di essere il mondo.
Respira e sai che pure il fiore respira.
Respira per te stesso e respiri per il mondo.
Inspira compassione ed espira gioia.
Respira e sii uno con l’aria che respiri.
Respira e sii uno col fiume che scorre.
Respira e sii uno con la terra che calpesti.
Respira e sii uno col fuoco che arde.
Respira e interrompi il pensiero di nascita e morte.
Respira e vedi che l’impermanenza è vita.
Respira per la gioia di essere stabile e calmo.
Respira per il dolore che scivola via.
Respira per rinnovare ogni cellula del tuo sangue.
Respira per rinnovare le profondità della coscienza.
Respira e prendi dimora nel qui e ora.
Respira e ciò che tocchi sarà nuovo e reale.
– Sister Annabel Laity –
di Alessandra Dechigi

liberando la mente . Per questo per la giornata del sollievo abbiamo partecipato per regalare un momento di rilassamento guidato
SI RICOMINCIA!
L’attesa è finita: il prossimo lunedì 13 maggio 2019 lo yoga torna all’IFO ospedale Regina Elena.
Il corso aveva subito una interruzione a causa di esigenze legate alla ristrutturazione di alcuni spazi della struttura.
I lavori sono terminati e gli insegnanti FIY unitamente ai partecipanti e ai volontari non vedono l’ora di ricominciare a praticare insieme.
Il sodalizio fra FIY e IFO continua nella comunione d’intenti: l’umanizzazione delle cure.
Così, finalmente, lunedì 13 maggio 2019 dalle 14.30 alle 16.00 l’appuntamento settimanale riprende e si rinnova.
Chiunque voglia partecipare può stendere il tappetino e condividere l’entusiasmo di essere ancora insieme ogni lunedì.
Buona pratica!
Alessandra Dechigi
Il Relais Monastero San Biagio , location di Estate di Yoga e Benessere giugno 2019
Il Relais Monastero San Biagio
La storia
Si ritiene che la prima costruzione del Monastero risalga intorno all’anno 1000 sui resti di un altare pagano allo scopo di dare ospitalità a guerrieri, nobili e borghesi appartenenti all’ordine dei Cavalieri Templari.
Nel 1333, l’antico Monastero, raggiunto il suo massimo splendore e riconoscimento, venne battezzato Ecclesie San Blasis, in onore del Santo Biagio, vescovo e medico facente parte dei quattordici santi ausiliatori, ossia, quei santi invocati per la guarigione di mali particolari.
Durante i lavori di ristrutturazione, eseguiti nell’estate del 1997, sono tornati alla luce cunicoli sotterranei, cripte, incisioni e segni di quanti negli anni lo abitarono, tra questi simboli esoterici, spicca una pietra con incisioni pagane risalente al 900 d.c., e poi ancora, incisioni di un ordine Templare che intorno al 1215 si insediò nel Monastero.
Finestre a ogiva, possenti travature, architravi con richiami pagani, templari e benedettini: sui
muri sono incisi un trigramma di San Bernardino del 1427 e il simbolo Tau dei Templari.
Già allora i pellegrini, nell’intento di raggiungere la Terra Santa, transitavano per la via Flaminia a poca distanza dal Monastero che divenne dunque anche ostello e riferimento obbligato.
I monaci, attraverso le loro segrete sapienze, utilizzando erbe, esercizi, lavoro e preghiera, creavano per i loro ospiti le condizioni perché questo breve ma intenso soggiorno diventasse un momento di purificazione, rigenerazione e orientamento nel loro cammino verso la meta: quindi, anche luogo di guarigione e cura.
Alla fine del templarismo, il Monastero diventò infatti una canonica dove si accoglievano quei monaci e pellegrini provenienti dal nord Europa e diretti, a piedi per devozione e penitenza, a Roma e successivamente in terra santa.
L’Abbazia compare sia nelle “Rationes decimarum” del sec. XIV che nel “Liber beneficiorum” del 1528 nel quale risulta membro della cattedrale di Nocera.
Nel 1563, si ebbe una riedificazione del Monastero, con l’innalzamento di un piano e l’ampliamento della chiesa, per eleggerlo a diocesi del territorio tra Foligno e Gualdo Tadino.
Nei primi anni del 1900 venne affidato ad un curato che trasformò parte dello stabile in scuola elementare, mantenendo l’altra parte a chiesa per le celebrazioni; nel 1947 l’ultima cerimonia e poi venne abbandonato.
Ed ecco comparire Angelino… un Signore barbuto già in età avanzata, di rientro in Italia dal Lussemburgo, dove una forte silicosi l’aveva debilitato. Tornato per trascorrere i suoi ultimi giorni nella sua casetta in mezzo al bosco, che di lì a breve tempo un forte terremoto rende impraticabile. Angelino così viene costretto alla ricerca di un altro rifugio. Per un periodo di tempo si protegge in una grotta di fronte a casa, ma a breve eleggerà a sua nuova dimora la chiesa del Monastero, già in avanzato stato di abbandono, ma adeguata ad ospitarlo. Costruitosi un cassone di legno vicino all’altare per dormire durante la notte, trascorre le sue giornate nutrendosi di quanto trova nel territorio.
Quando, casualmente, viene in possesso di alcuni libri, si trattava di antichi erbari, che suscitano in lui un particolare interesse, e così un po’ per necessità, un po’ per curiosità, un po’ per occupare il tempo, Angelino inizia a sperimentare e applicare quanto legge: raccoglie le erbe nel parco, le mette ad essiccare al sole, alcune nell’acqua a macerare, con altre si nutre e… in questo modo prova a curarsi.
Così facendo, in breve tempo, la sua salute inizia a migliorare, fino a guarire completamente la sua malattia. Nessuno si immaginava un simile effetto, ed in questo modo ottiene credibilità e apprezzamento, tant’è che gli abitanti del luogo lo eleggono a dottore alchimista (ancora oggi gli anziani del paese di Lanciano ne parlano)
Aspetto attuale
Caduta per molti anni in stato di abbandono, l’antica canonica è stata recentemente riportata al suo antico splendore grazie ad una sapiente ed amorevole opera di restauro, durata otto anni e attuata nel pieno rispetto della storia del monastero.
Oggi il Relais Monastero di San Biagio, situato vicino a Nocera Umbra, è una dimora affascinante e raffinata, dove è stata mantenuta intatta la sobrietà del luogo, prestando però un’attenta cura ai dettagli e al comfort.
L’antico refettorio è stato trasformato in sala ristorante e un laboratorio per la produzione artigianale di birra, ispirato alla tradizione monastica dei mastri birrai.
Il Centro di Rigenerazione Benessere e la riscoperta degli antichi manoscritti ed erbari dei Monaci ha creato una continuità con il periodo in cui i Monaci si prendevano cura dei pellegrini che transitavano di la.
Tutto questo permetterà agli ospiti che parteciperanno al prossimo W.E. di Estate di Yoga e Benessere che si terrà sabato 01 e domenica 02 giugno 2019 di fare ,contemaporaneamente alle pratiche Yoga, anche un un affascinante viaggio nel tempo……Arrivederci a Giugno!
I AM AND I WILL – IO SONO E LO FARO’
I AM AND I WILL – IO SONO E LO FARO’ di Alessandra Dechigi
Lunedì 4 marzo a Piazza Navona la fontana dei Quattro Fiumi del Bernini si è illuminata di blu e arancio, i colori della Giornata Mondiale contro il Cancro.
Per la prima volta anche il Ministero della Salute si unisce alla rete di sensibilizzazione mondiale e sostiene la Giornata Mondiale insieme agli IFO e alle Associazioni.
La Federazione Italiana Yoga non poteva mancare all’appuntamento collaborando con il Regina Elena dal 2006.
L’evento si è svolto in collaborazione con l’IFO-Istituto Nazionale Tumori regina Elena, l’Istituto San Gallicano e con il supporto tecnico di ACEA.
Il titolo della manifestazione mondiale I AM AND I WILL – IO SONO E LO FARO’ è un’invito forte all’azione e all’impegno personale, associazionistico ed istituzionale.
La Giornata è stata promossa in Europa dall’UICC e sostenuta dall’OMS e rappresenta un richiamo importante a riflettere su cosa ognuno può fare per combattere il cancro, dalle istituzioni agli esperti, tutti indistintamente. E’ un invito a chiedersi come dobbiamo e possiamo sostenere la ricerca, come essere di aiuto a chi sta lottando, come informarsi in modo corretto e adottare stili di vita raccomandati.
Gli insegnanti FIY erano presenti in Piazza ed hanno risposto ai tanti quesiti del pubblico incuriosito, portando il proprio personale tapas e chissà, forse anche piccoli “semi yogici”.
SIAMO PARTE DI UN TUTTO amiamo dire agli allievi che si cimentano sui tappetini nelle nostre classi, ma lo
yoga va oltre il tappetino steso in palestra.
Siamo parte di un tutto sempre, in classe come in ufficio, sull’autobus come a Piazza Navona ieri sera.
Alle 18.30 centinaia di palloncini arancioni sono saliti alti nel cielo di Roma trasportando il nostro comune sankalpa I AM AND I WILL.
Alessandra Dechigi
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