Yoga Day
Riflessioni sulla Giornata Internazionale dello Yoga
di Alessandra Dechigi
Una volta un maestro chiese a tutti noi che pendevamo dalle sue labbra, quale fosse la cosa che tutti gli uomini desiderano e difficilmente ottengono, indipendentemente dallo stato sociale o dal luogo di nascita… “Facile” disse lui, “la pace”.
Ogni essere umano dice: ”Io voglio la pace” senza ottenerla, Perché?
“Facile” disse il maestro, “togliamo l’ego – IO- , togliamo lo sforzo legato al -VOGLIO- e cosa resta? La pace, appunto”
Le sue parole rimasero stampate nella mia mente.
Lo scorso 21 giugno ho partecipato alle celebrazioni per la Giornata Internazionale dello Yoga a Roma. Come ogni anno i preparativi sono stati impegnativi per tutti quelli che si sono resi disponibili per rendere possibile l’evento: l’Ambasciata dell’India a Roma, la Federazione Italiana Yoga, Sarvayoga International e le altre associazioni con le quali si condividono oneri ed onori da sette anni senza interruzione.
- 2015 ci siamo radunati nei locali dell’Ambasciata. Abbiamo praticato con entusiasmo e stupore per quella “novità” alla quale eravamo chiamati a partecipare. Abbiamo gettato le basi per il cammino che ci accingevamo a percorrere.
- 2016 il prato dei giardini dell’Auditorium ha fatto da sfondo alla pratica condotta a turno dai rappresentanti delle associazioni partecipanti, ognuna riconoscibile per le differenze formali nella pratica. La bellezza del luogo ha amplificato il piacere di essere insieme.
- 2017 i giardini pensili dell’Auditorium Parco della Musica erano stracolmi di partecipanti e la lezione di protocollo è stata condotta ancora a turno dagli insegnanti che si sono avvicendati sul palco, ma la OM alta e potente è stata l’azione energica che ha decretato in ognuno di noi un momento intimo di svolta.
- 2018 Piazza del Campidoglio. Un nastro arancio ha unito il cuore e la mente di ognuno dei praticanti. La lezione di protocollo ha avuto una sole voce e l’armonia si è sentita forte, alta, sottile. In piazza si respirava emozione ed amore.
- 2019 Piazza del Campidoglio. Molta più partecipazione consapevole. C’è stato spazio per tutti, praticanti e curiosi. Ognuno si è sentito libero di esprimersi nella condivisione. Abbiamo vissuto insieme un momento creativo.
- 2020 La pandemia non ha interrotto il filo che unisce. In pochissimi abbiamo praticato la lezione di protocollo con attenzione e intimità sulla terrazza che ci ha messo a disposizione l’Ambasciata dell’India. Determinazione e fiducia ci hanno fatto superare tutti gli ostacoli che ci siamo trovati a fronteggiare.
- 2021 Castel Sant’Angelo è stato il luogo che ha permesso il ritorno alla vita, a praticare in presenza, cercando di bilanciare la sicurezza con la voglia di ritrovarsi vicini. Ci siamo sentiti accolti dalla nostra città che si stava riaffacciando timidamente alla vita abituale.
- 2022 Castel Sant’Angelo. Roma congestionata e piena di turisti in un giorno infrasettimanale, traffico, niente parcheggi e le solite cose che ricominciano dopo così tanto tempo di stasi. Piccoli intoppi organizzativi, ritardi, caldo asfissiante, echi di guerra, crisi economica…e chi più ne ha più ne metta. Eppure, eravamo in tantissimi, sorridenti, uniti e disponibili, aperti e senza aspettative. Difficile da descrivere il clima, l’armonia che abbiamo respirato. Tutti uniti in un’unica voce, nel presente senza ego e immersi nell’ahimsa. Abbiamo respirato la pace.
21 giugno 2019
21 GIUGNO 2019 di Alessandra Dechigi
Quanto dista Roma da Delhi? Da Londra, Boston, Hong Kong e Manila?
Qualunque sia la distanza, verrebbe misurata da qui, dal centro di questa piazza, sul colle più prestigioso della nostra città: il Campidoglio.
Se penso alla storia che è impregnata in questo luogo ho quasi un senso di smarrimento.
Penso alla diffusione dell’Impero Romano, dei costumi, la lingua, i valori e mi sento nel “punto zero”, con il tappetino steso sotto la statua di Marco Aurelio.
Oggi siamo partecipi della storia di questa piazza con l’intenzione di accorciare le distanze: di essere tutti in un punto; senza distanze.
Sono l’acqua della goccia, senza paura di evaporare nella solitudine del mio limite spaziale.
Sento forte il valore dell’unità dei colori nel raggio di luce e del sentimento di pace che avvolge il mondo da questo “punto zero”.
Il sankalpa è sincero e la OM potente.
Nella Giornata Mondiale dello Yoga, nel cuore di Roma, in piazza del Campidoglio abbiamo scritto con il nostro nastro arancio un’altra pagina di storia dell’Umanità.
Alessandra Dechigi
Tutte le foto della magnifica giornata in piazza del Campidoglio da vedere nella Galleria dedicata sulla barra a destra di ogni pagina del sito.
16 giugno
di Alessandra Dechigi
“E ora lo yoga” dice il testo.
L’autodeterminazione, il tapas e il desiderio di esserci ci fanno stendere i tappetini uno vicino all’altro oggi, giornata di inizio della settimana dello yoga.
Condividere l’esperienza e abbandonare ogni preconcetto sarà la nostra pratica di preparazione al giorno del Solstizio d’estate venerdì 21 giugno, la giornata durante la quale lo yoga farà il giro del mondo e noi siamo i testimoni,
La resa e l’unione sono la nostra sfida.
Ora chiediamoci chi vogliamo essere: la goccia d’acqua o l’acqua della goccia?
Buona pratica.
di Alessandra Dechigi
Per la visione di tutte le foto dell’ Evento, è stata pubblicata la Galleria nella colonna a destra del sito visibile su ogni pagina.
Il Simbolo


Il simbolo è il filo d’oro che unisce la nostra realtà a quella iperuranica: il tempo all’eternità.