insegnamento dello yoga

21 MAGGIO 2023

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di Alessandra Dechigi

Quanto stupore ho letto negli occhi degli amici e dei colleghi che ho riabbracciato dopo tre anni.

Gli occhi brillanti, sorrisi aperti, vibrazioni positive e scopi comuni.

Il grande ospite: lo yoga.

Sarvayoga International ha fatto si che finalmente ci ritrovassimo ai piedi di un maestro d’eccezione che con generosità ha condiviso insegnamenti preziosi.

Il Dr. Chinmay Pandya ci ha nutrito di sorrisi e amore, ha raccontato storie bellissime e ha condiviso esperienze.

Il tempo è volato. Volevamo restare insieme ancora un po’…!

Essere insieme si è rivelata un’esperienza che ha toccato l’animo di tutti i presenti come se fosse la prima volta.

Abbiamo apprezzato il senso del Satsang dopo tanto tempo di “digiuno”, che ognuno ha calmierato partecipando ad incontri online che, seppur ricchi ed interessanti, lasciano sempre un senso di sospensione, quasi di incompiuto.

Abbiamo ritrovato l’eleganza rinnovata dei locali dell’Ambasciata dell’India; l’ospitalità dei funzionari che ancora una volta si sono resi parte attiva per la buona riuscita dell’incontro.

Antonietta Rozzi che con desiderio, intenzione e determinazione ha reso possibile un nuovo inizio di vita yogica e il primo evento in presenza post-covid.

I volontari romani che si sono resi disponibili per fare “gli onori di casa”.

Tutti gli ospiti che partecipando, si sono affidati e hanno contribuito, come ci insegna il Dr. Chinmai Pandya: “a riparare con intenzione ed intensità tutte le perdite energetiche subite in questi anni: questo è yoga” !

COMUNICATO STAMPA

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21 MAGGIO 2023 – ROMA

Seminario speciale da non perdere

Evento unico in presenza

Roma è pronta ad accogliere il Dr. Chinmay Pandya per la prima volta in Italia.

SAT SANG CON UN GRANDE MAESTRO YOGA TRADIZIONALE E UN MODERNO PENSATORE E SCIENZIATO


Una straordinaria occasione per un incontro esclusivo dedicato ai soci di SARVA YOGA INTERNATIONAL e ASSOYOGA Italia

Il Dr. Chinmay Pandya parlerà dei seguenti temi:

§ La vita umana: benedizione o maledizione
§ La Scienza del Mantra: comprendere i meccanismi del Mantra e approfondire il Gayatri Mantra

Orari dalle 10.30 alle 15.00 con breve pausa pranzo

Evento gratuito. Posti limitati a 80 partecipanti e iscrizioni in ordine di arrivo.

In ogni parte del mondo migliaia di persone partecipano ai suoi incontri e Sat Sang

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Dall’ Uovo di Pasqua

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Dall’uovo di Pasqua è uscito un pulcino
di gesso arancione col becco turchino.
Ha detto: “Vado, mi metto in viaggio
e porto a tutti un grande messaggio”.
E volteggiando di qua e di là
attraversando paesi e città
ha scritto sui muri, nel cielo e per terra:
“Viva la pace, abbasso la guerra”.

                             Gianni Rodari

Le rondini sono tornate e cominciano a spuntare le prime margherite, testimonianza del rinnovamento e della rinascita che la natura mette in atto con la tenacia che le è propria.

E’ con l’immagine di questa bellezza che il gruppo degli allievi e degli insegnanti di Yoga in IFO desiderano augurare a tutti forza e tenacia per affrontare la vita e godere del rinnovamento.

Desideriamo per tutti leggerezza e pace e vogliamo condividere le parole semplici di Gianni Rodari.

Buona Pasqua

Lo Staff di Yoga in IFO

COMUNICATO STAMPA

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Siamo felici di informare che la Federazione Italiana Yoga, ha ricevuto un Attestato di benemerenza dal Principe Sergio di Jugoslavia, Presidente Internazionale dell’Associazione Regina Elena per l’attività svolta presso gli IFO di Roma da oltre 10 anni.

La cerimonia di consegna si è svolta in occasione della celebrazione dei 150 anni dalla nascita della Regina Elena di Montenegro distintasi per l’incredibile attività caritatevole rivolta alle persone sofferenti.

Questo premio ci stimola a continuare l’opera di diffusione delle tecniche yogiche in ambito ospedaliero.

Riflessioni sulla Giornata Internazionale dello Yoga

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di Alessandra Dechigi

Una volta un maestro chiese a tutti noi che pendevamo dalle sue labbra, quale fosse la cosa che tutti gli uomini desiderano e difficilmente ottengono, indipendentemente dallo stato sociale o dal luogo di nascita… “Facile” disse lui, “la pace”.

Ogni essere umano dice: ”Io voglio la pace” senza ottenerla, Perché?

“Facile” disse il maestro, “togliamo l’ego – IO- , togliamo lo sforzo legato al -VOGLIO- e cosa resta? La pace, appunto”

Le sue parole rimasero stampate nella mia mente.

Lo scorso 21 giugno ho partecipato alle celebrazioni per la Giornata Internazionale dello Yoga a Roma. Come ogni anno i preparativi sono stati impegnativi per tutti quelli che si sono resi disponibili per rendere possibile l’evento: l’Ambasciata dell’India a Roma, la Federazione Italiana Yoga, Sarvayoga International e le altre associazioni con le quali si condividono oneri ed onori da sette anni senza interruzione.

  • 2015 ci siamo radunati nei locali dell’Ambasciata. Abbiamo praticato con entusiasmo e stupore per quella “novità” alla quale eravamo chiamati a partecipare. Abbiamo gettato le basi per il cammino che ci accingevamo a percorrere.
  • 2016 il prato dei giardini dell’Auditorium ha fatto da sfondo alla pratica condotta a turno dai rappresentanti delle associazioni partecipanti, ognuna riconoscibile per le differenze formali nella pratica. La bellezza del luogo ha amplificato il piacere di essere insieme.
  • 2017 i giardini pensili dell’Auditorium Parco della Musica erano stracolmi di partecipanti e la lezione di protocollo è stata condotta ancora a turno dagli insegnanti che si sono avvicendati sul palco, ma la OM alta e potente è stata l’azione energica che ha decretato in ognuno di noi un momento intimo di svolta.
  • 2018 Piazza del Campidoglio. Un nastro arancio ha unito il cuore e la mente di ognuno dei praticanti. La lezione di protocollo ha avuto una sole voce e l’armonia si è sentita forte, alta, sottile. In piazza si respirava emozione ed amore.
  • 2019 Piazza del Campidoglio. Molta più partecipazione consapevole. C’è stato spazio per tutti, praticanti e curiosi. Ognuno si è sentito libero di esprimersi nella condivisione. Abbiamo vissuto insieme un momento creativo.
  • 2020 La pandemia non ha interrotto il filo che unisce. In pochissimi abbiamo praticato la lezione di protocollo con attenzione e intimità sulla terrazza che ci ha messo a disposizione l’Ambasciata dell’India. Determinazione e fiducia ci hanno fatto superare tutti gli ostacoli che ci siamo trovati a fronteggiare.
  • 2021 Castel Sant’Angelo è stato il luogo che ha permesso il ritorno alla vita, a praticare in presenza, cercando di bilanciare la sicurezza con la voglia di ritrovarsi vicini. Ci siamo sentiti accolti dalla nostra città che si stava riaffacciando timidamente alla vita abituale.
  • 2022 Castel Sant’Angelo. Roma congestionata e piena di turisti in un giorno infrasettimanale, traffico, niente parcheggi e le solite cose che ricominciano dopo così tanto tempo di stasi. Piccoli intoppi organizzativi, ritardi, caldo asfissiante, echi di guerra, crisi economica…e chi più ne ha più ne metta. Eppure, eravamo in tantissimi, sorridenti, uniti e disponibili, aperti e senza aspettative. Difficile da descrivere il clima, l’armonia che abbiamo respirato. Tutti uniti in un’unica voce, nel presente senza ego e immersi nell’ahimsa. Abbiamo respirato la pace.

Mercoledì 11 novembre 2021: il Ciclo dei Sette

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Il Corso ” Il Ciclo dei Sette

livello base partirà ONLINE

mercoledì 11 novembre 2020  dalle ore 19:00 alle ore 21:30      

E’ ancora possibile inserirsi nel Gruppo

Il Ciclo dei Sette è un progetto nato  per permettere di avvicinarsi a questa splendida disciplina nella sua totalità , quindi con la teoria e con la pratica anche se non si può seguire un classico corso settimanale. I gruppi saranno molto piccoli ( Min. 5 Max. 10 partecipanti) per permettere all’ insegnante di poter seguire ciascun allievo anche singolarmente.

La nuova modalità ONLINE permetterà all’ allievo la frequentazione senza spostarsi da casa e in tutta sicurezza.

Il progetto è anche un valido percorso di approfondimento teorico-pratico che avvia in modo corretto al possibile inserimento nei corsi di Formazione Superiore Insegnanti di Yoga ISFIY che si tengono a Roma ogni 3 anni.

Sette stage in sette mesi e un ottavo incontro  per l’ “Unione dei Sette” con Attestato finale di partecipazione.

Un incontro al mese per trattare nella teoria e con la pratica i sette argomenti base dello Yoga classico o Hatha Yoga.

Ogni stage  sarà dedicato ad un unico argomento e avrà la durata di 2 ore e 30 con un  break di 15 minuti.

Gli argomenti che saranno trattati sono i seguenti:

Asana; Pranayama; Alimentazione; Psicologia; Yoga Mentale; Meditazione ; Mantra ; Unione dei Sette

Il corso sarà tenuto ONLINE da Porzia Maria Favale Rappresentante Regionale della Federazione Italiana Yoga e facente parte del corpo insegnanti ISFIY ( Istituto Superiore Formazione Insegnanti Yoga)

Compilare il modulo di seguito per ricevere il programma dettagliato del corso .

Il gruppo della domenica è in attesa perchè ancora non è stato raggiunto il numero minimo di partecipanti.

Il Corso ” Il Ciclo dei Sette” livello base partirà

mercoledì 11 novembre 2020  dalle ore 19:00 alle ore 21:30

Calendario degli appuntamenti:

mercoledi 11 novembre  2020                  asana

mercoledi 2 dicembre   2020                     pranayama 

mercoledi 13 gennaio 2021                       alimentazione     

mercoledi 3 febbraio 2021                        yoga mentale

mercoledi 24  febbraio 2021                     psicologia

mercoledi 17 marzo 2021                          meditazione

mercoledi 7 aprile  2021                            mantra

mercoledi 5 maggio 2021                          unione dei sette   

IL LAGO SENZA SPONDE DELLA MENTE (Yogananda)

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di Purnima Scognamiglio

Ho sempre amato soffermare lo sguardo sui dolci mutamenti del colore e dei movimenti dell’acqua del lago,nelle  varie ore del giorno e nelle diverse stagioni, osservando i miei stati d’animo e quel senso di pace a cui sempre anelo.

Ora, seduta sulla sponda del lago, mi torna in mente il mio grande Maestro: il mistico filosofo indiano Maharishi Mahaesh che molti anni fa mi ha iniziato alla Meditazione Trascendentale.

Egli paragonava il lago alla storia della vita interiore.

Le increspature dell’acqua sulla superficie rappresentano le fluttuazioni della mente conscia

(vrtti) mentre nella profondità del lago vi è il silenzio, paragonato all’inconscio.

Se le increspature dell’acqua in superficie potessero andare più in profondo e riempirsi di quel silenzio, potrebbero diventare onde potenti come le onde dell’oceano.

Simile è il processo che accade nella Meditazione Trascendentale.  L ‘attività della mente cosciente va in profondità e assorbe molto dell’attività della mente inconscia.

Con lunga e seria pratica l’attività inconscia viene  inglobata dalla mente conscia portando il meditante a cominciare ad usare l’enorme potenziale della mente.

Raggiunge così la coscienza di beatitudine, mantenendo la sua natura essenziale , propria della natura della mente, che viene perduta quando gode della gioia dei riflessi del mondo relativo, adombrata dagli oggetti della percezione, annullando lo spirito per la vita materiale.

Nella Meditazione Trascendentale la mente va nella profondità del pensiero, poi lo trascende.

Andare oltre la mente non è un’azione fisica ma significa superare i limiti della prigione che ci costruiamo da soli, schiavi del nostro Ego, che ci rende vulnerabili ad ogni contatto della vita e della realtà.

Finchè saremo concentrati sul nostro Ego, non ci sarà possibilità di crescita, di pace ed uguaglianza tra gli uomini. Non riusciremo a lasciare questa prigione di strutture psicologiche dominate dall’io, desiderando vivere in questa prigione, anzi adornandola con teorie ed ideologie.

Il contatto con i nostri simili comporta competizione, gelosia, invidia, rabbia, violenza.

Solo uno stato di umiltà può aiutarci a raggiungere il mistero della natura dell’altro, trasformando il contatto con i nostri simili, liberi dalla schiavitù dell’ Ego.

L’umiltà non è una virtù o qualità della mente, ma dimensione della coscienza.

Nell’umiltà non giudichiamo eventi e persone ma impariamo da essi.

Con il contatto con i nostri simili non vi saranno più l’ambizione e tutte le altre emozioni negative ma impariamo a conoscere l’altro e  il mistero della sua natura.

La dimensione dell’umiltà ci permette di “ascoltare e osservare” totalmente l’altro e non solo ciò che dice, evitando di rapportare le sue parole a tutto ciò che è nella nostra memoria egoica, senza giudicare o reagire.

I rapporti sono specchi in cui possiamo vedere la nostra realtà.

Riuscire a fare ciò migliorerebbe il rapporto con la nostra coscienza, spostata su un piano più alto, senza identificazioni, agendo da una visione totale e non parziale della realtà.

L’energia liberata da uno stato dell’essere privo di Ego, non legata alla mente condizionata, solo consapevole della totalità della vita, e in cui spariscono tutti gli impulsi negativi e tutte le prigioni della mente, è l’Amore che ci permette di emanare meravigliose onde di pace

Ora osservo il lago di fronte a me.

L’acqua è immobile.

Fisso lo sguardo tra le sopracciglia nel lago senza sponde della mente.

Il cerchio eterno della pace mi circonda e le sue vibrazioni invadono il vasto territorio della mia mente, riversandosi oltre i suoi argini, dilagando oltre i suoi confini, espandendosi in direzioni infinite……

                                                                                  Purnima  Scognamiglio

Calma la mente e l’ anima ti parlerà (Ma Jaya Sati Bhagavathi)

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Quando ci si rilassa al punto che la frequenza delle onde cerebrali rallenta fino allo stato alfa, il chakra del cuore,  ritenuto sede dell’anima e dell’amore, comincia ad aprirsi.

Anahat Chakra,  localizzato nel cuore, il luogo in cui risuona il mistico suono ottenuto senza percussione, eco della prima vibrazione dell’universo in procinto di manifestarsi, il luogo in cui ogni coppia di contrari può trovare la pacificazione ed essere in perfetta  armonia  grazie all’energia del cakra: l’AMORE supremo .

Per raggiungere questo scopo, fondamentale è il processo di educazione della mente.

In genere la mente, che è senza disciplina, viene occupata da molti pensieri contemporaneamente: famiglia, affari, salute, desideri, lavoro, paure, speranze. Si creano vortici (vrtti)  alla cui origine  contribuiscono le 5 matrici che condizionano la mente  sia nelle scelte che nell’orientamento dei processi mentali : i Klesha , nodi della mente, che inducono sofferenza.

E’ soltanto privilegio dello Yogi, dotato di una mente ferma, nutrire un pensiero alla volta e trattenerlo per tutto il tempo che desidera. Egli sa che il pensiero è la più potente arma a sua disposizione e può sfruttare l’uso di questa forza per incalcolabili possibilità.  Riuscire ad osservare la mente mostra che moltissimi pensieri sono  inconsistenti, eppure la mente vaga incessantemente tra essi, mentre pensieri illuminanti aiutano a riflettere e a migliorare la vita.

Bisogna imparare a liberare la mente da inutili informazioni e inutili pensieri mondani  colmandola di pensieri divini che ci riconducano alla nostra natura di puro spirito, l’eterno ed immutabile Atman  , per distaccarci dalla nostra tendenza ad identificarci  con la nostra natura materialista . Un pensiero divino  rende il cuore saldo  e la mente forte. Esso illumina il volto, specchio della mente. Un pensiero negativo  incide un segno profondo sul viso offuscandolo . Soprattutto  gli occhi – specchio dell’anima – mostrano la condizione e il contenuto della mente.

Noi diventiamo  ciò che pensiamo. Il pensiero costituisce il nostro mondo interiore.

Pensieri sani ci mantengono sani, mentre pensieri di fragilità, di disfunzioni, disfacimento e distruzione non aiuteranno certamente a godere di buona salute, equilibrio ed armonia. Infatti il corpo è unito alla mente, invece di esserne sua controparte. I pensieri  influiscono sul corpo. Ogni pensiero procura nella mente una vibrazione che poi si trasmette al corpo fisico.

L’attività delle cellule nervose  produce delle trasformazioni chimiche ed elettriche derivanti dal pensiero. Pensieri di odio, gelosia, ansia, ira ,aggressività, invidia, distruggono  effettivamente  cellule del corpo, provocando malattie al cuore, fegato, reni, stomaco, ecc.

Qualunque pensiero si possa coltivare, che si sia conscio o meno, la legge universale di attrazione continuerà ad agire, attirando su se stessi, quanto corrisponde al pensiero dominante, poiché la mente ha un “potere di attrazione”.  Inoltre, il pensiero lascia il cervello e si libra nello spazio, dando origine a delle vibrazioni nel Manas, atmosfera mentale, dirigendosi in tutti sensi.

Un vero Yogi, tramite le vibrazioni dei suoi pensieri, aiuta a purificare  il mondo, penetrando silenziosamente nella mente di migliaia di persone.

Un vero Yogi ed i Mahatma aiutano l’umanità con le loro vibrazioni spirituali e la loro aura magnetica trasmettendo alle persone più adatte i loro messaggi per mezzo della telepatia, comunicazione considerata paranormale ma che per  loro  è normale e semplice. Le vibrazioni dei pensieri viaggiano più veloci della luce e dell’elettricità…… Tutti noi possiamo inviare nell’atmosfera mentale pensieri  purificanti, d’amore, di felicità, bontà, misericordia, fiducia, che possano ispirare tutte le persone sensibili alla loro ricezione.

Calmare la mente è dunque agire  sui pensieri. I pensieri superflui e nocivi  sono soltanto un ostacolo alla crescita interiore. Soprattutto non lasciamo che la mente  resti invischiata nelle vecchie abitudini  e  abbandoniamo la paura di pensare in modo diverso dagli altri. Restiamo gentili. Rifiutiamo che il mondo ci renda insensibili, che la sofferenza ci lasci odiare, che l’amarezza rubi la dolcezza.

E’ necessario impegnarsi nella disciplina del pensiero. Non sarà facile poiché i pensieri frivoli e mondani, tutta la gamma di pensieri legati a sentimenti negativi assilleranno la mente  anche quando si cerca di praticare lo yoga e la vita spirituale.

Meta altrettanto difficile è sviluppare la saggezza. Non basta la sola volontà o il solo desiderio di essere saggi. La saggezza non è solo un pensiero intellettuale. Occorre la consapevolezza  di ciò che pensiamo, delle nostre azioni, delle nostre parole, consapevolezza  che può sorgere solo da uno stato di calma interiore.

Ma la mente  vuole sempre qualcosa ed è in continua ricerca . E lo fa attraverso i sensi ma non soddisfa mai la sua fame. La via per soddisfare la mente non è quella di  andare  fuori ma di rivolgerla verso l’interno.(Svadhyaya – educazione dell’io – studio  di sé stessi )

La conoscenza del Sé è un immenso tesoro e la meditazione e lo studio dei testi  sacri  sono la chiave per accedervi . La meditazione ci porta a distaccarci da tutti i  pensieri dispersivi ,dalle onde dell’ira ,dell’invidia, della gelosia,                                  dell’odio, nemiche della pace e della saggezza. Raggiungiamo la purezza della mente liberando il campo dai pensieri negativi  seminando quelli buoni,  coltivandoli anche con i Mantra e il Pranayama.

Quando meditiamo dobbiamo prima di tutto sentire la volta cranica fluida. Se abbiamo il cranio contratto non possiamo meditare  . Liberiamo il capo dalle tensioni sottili che sono situate nelle ossa craniche, strutture mobili al pari dei polmoni e della cassa toracica, rilassiamo le ossa temporo mandibolari che si muovono in modo impercettibile, come le branchie dei pesci. Poi attraverso un  opportuno  pranayama  giungiamo alla coerenza  cuore – cervello coinvolgendo il cuore , considerato  come terzo cervello, col suo sistema nervoso indipendente.  Il cuore  nient’altro che un muscolo per il materialismo scientifico  ,  è centro di saggezza nella medicina cinese e  nei Veda  mediatore tra cielo e terra.

La meditazione  è uno “stato” (Krisnamurti), un” tornare a casa” (Osho), un piacevole librarsi nel vuoto.  Attraverso le  pratiche Yoga e con molto impegno, possiamo creare le condizioni favorevoli per sviluppare consapevolezza e disciplina interiore, dare forza, equilibrio e stabilità al corpo e alla mente per ottenere la giusta energia necessaria a sostenere stati di coscienza espansa.

Osservando lo stato della mente, stacchiamoci dai nostri pensieri quotidiani, non per annullarli, ma per permettere al profondo di manifestarsi liberamente. Attraverso l’osservazione  del pensiero, acquietando i tumulti, calmando le emozioni, concentrandosi su un unico pensiero o un mantra, restando indifferenti ai pensieri molesti affinchè scompaiano da soli, senza controllare o costringere, senza giudicare, entriamo nel nostro mondo interiore, apriamo il nostro chakra del cuore all’amore incondizionato, quel tipo di amore che non si aspetta ritorno,  ma che solo allora riceve .

Ascoltiamo la nostra anima . L’anima, metafora del piccolo, più piccola del piccolo, perché invisibile (Hillman). Entità non misurabile, poiché non è una sostanza e non è una forza, anche se noi siamo chiamati dalla forza delle sue pretese, comprendibile non con mezzi fisici ma solo con un sentimenti aperti al sacro. L’anima,ciò che si riesce a percepire nel profondo,che permette di superare le barriere della mente e della razionalità .

E solo allora riusciremo a percepire la differenza tra  il nostro Ego e il nostro Atman, ad entrare nella sua luce, a conoscere quella dimensione in cui non esiste conflitto e non esiste tempo.

Purnima Scognamiglio

Dalle tenebre alla luce

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Di Alessandra Dechigi:

Non è facile essere paziente.

La dose necessaria di distacco che mi permette di mantenere la calma e il sorriso di fronte agli imprevisti si era quasi esaurita già da un po’ ma finalmente il portone di Via XX Settembre 5 si è cominciato ad aprire lento e scricchiolante…come sempre.

Sono anni che insieme agli insegnanti FIY si organizzano lezioni di yoga “speciali” per condividere e celebrare momenti altrettanto speciali e ogni volta è una sorpresa.

Ogni volta sono messa alla prova rispetto alla mia pratica personale, all’illusione di aver capito, digerito, superato gli ostacoli che la mente mi mette davanti.

Così mi ritrovo a “vedere” le cose come se fosse sempre la prima volta e dopo l’iniziale smarrimento, il senso dell’essere nel presente si schiude e tutto diventa più luminoso.

“Aspettando il solstizio d’inverno” è il titolo dell’evento organizzato sabato 14 dicembre presso i locali dell’Ambasciata dell’India a Roma dalla rappresentante regionale FIY Porzia Maria Favale che negli  anni mantiene un’ampia rete di condivisione e collaborazione fra tutti noi con sincera positività.

Sabina Campione e Ilenia Di Giovanni hanno condotto una bellissima pratica dal titolo “Dalle tenebre alla luce”.

Alessia Velletrani ha assistito i partecipanti in sala durante la pratica con generosità e professionalità.

Lia Carovillano, Sabrina Celi, Maura Grava, Lucia Morotti e Emanuela Paone sono state i punti di riferimento nell’ accogliere tutti nel migliore dei modi per rendere la giornata, se possibile, ancora più speciale.

Poi ci sono i partecipanti che non vengono nominati singolarmente ma sono il vero cuore di ogni evento. Senza la partecipazione, la condivisione, l’impegno, insomma in una parola: il tapas, non si arriva a nulla e anche sabato 14 dicembre ne abbiamo tutti avuto la riprova.

Celebrare il solstizio d’inverno attraverso una preparazione “yogica” dà qualità e spessore al tempo che s

corre distrattamente.

E’ dall’antichità che l’uomo osserva il moto apparente che il sole descrive nel cielo per regolare la sua vita venatoria e agricola.

Durante il solstizio, “sole stazionario”, il sole appare stabile rispetto all’equatore celeste. E’ il momento in cui nella continua danza della luce e dell’ombra, la momentanea vittoria dell’oscurità cede il passo alla rivincita, alla ri-nascita, ri-uscita del sole dal buio della terra tornando a crescere e sconfiggere l’ombra.

Tante sono le leggende, i miti e le divinità che l’uomo, ad ogni latitudine, ha creato per spiegarsi il fenomeno dell’alternanza.

Il solstizio d’inverno è occasione per guardare dentro se stessi per riconoscere le proprie paure e i propri dubbi.

E’ tempo di affrontare e lasciare andare via tutto ciò che limita e frena la nostra nuova crescita.

E’ tempo di liberarsi dal peso delle insicurezze e dei timori che ingombrano la nostra anima e ci impediscono la ri-nascita.

E’ tempo di far risplendere la nostra luce interiore

Alessandra Dechigi

 

SOLSTIZIO D’INVERNO

Come è limpida questa notte

cosi vicina al sole,

eppure cosi immensamente bella,

raccolgo il sorriso delle stelle,

questo meraviglioso dono

del solstizio d’inverno.

Chissà se lontano oltre gli spazi

dell’incommensurabile,

Musetta guarda la luna

che gira intorno al cuore,

che si fa stella,

fiore,

sogno

AUGURI!

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di Alessandra Dechigi

Nell’antica Roma e fra gli Etruschi esisteva un tipo di sacerdote il cui compito era interpretare la volontà degli dèi dal volo degli uccelli: questi erano gli àuguri che non divinavano la volontà celeste in astratto, ma solo se una decisione o un atto già compiuti la incontrassero o meno.

Oggi, più nessuno contempla il volo degli uccelli per trarne auspici e l’augurio rimane un desiderio, una buona speranza che si esprime in occasioni speciali, come se si conoscesse già un volere delle divinità che sia corrispondente a ciò che si augura.

E’ suggestivo pensare che chi ci ha preceduto, persone come noi ma con credenze e stili di vita diversi ci abbia lasciato in eredità idee e modi di dire così duraturi, tanto quanto i loro più longevi edifici e necropoli. Ogni augurio ha una radice profondissima e cosi ogni parola è l’antica sedimentazione di altre parole pronunciate da chi allora come noi adesso, condivide lo stesso cielo e la stessa terra.

Il fine settimana del 2-3 Novembre 2019 è stato intenso ed emozionante.

La sede prestigiosa dell’Ambasciata dell’India a Roma ha fatto nuovamente da

cornice al prezioso evento federale della consegna dei diplomi FIY ai nuovi insegnanti e l’inizio del corso accademico ISFIY per nuovi aspiranti.

Conclusione e inizio uniti nel tempo e nello spazio nel vero spirito yogico della condivisione.

Annicchiarico Elisabetta, Borrelli Loredana, Caproni Sandra, Carovillano Lia Casciaro Giovanni, Cignitti Sara, Cocozza Guido, De Vita Paola, Donati Nazareno Patrizio, Galluzzo Gaia, Grava Maura, Guerrera Sara, Morotti Lucia, Martucci Daniela, Mentali VAsco, Saraceni Valentina, Tinelli Sabrina si sono avvicendati sul palco e hanno ricevuto il diploma dal Presidente FIY Eros Selvanizza, gli abbracci e i complimenti dagli insegnanti FIY Favale Porzia, Migliarino Loretta, Olivieri Massimo, Sciuto Rosa, Velletrani Alessia, gli applausi dalla platea dei neo-iscritti.

Ognuno ha condiviso un pensiero, un sentimento, un’emozione, un ricordo, l’esserci.

L’alternanza dell’inizio e della conclusione ha tracciato spunti per parlare di pazienza, coesione, semplicità e autenticità.

Tutto è stato

autentico, vero e unitario: gli allievi, gli insegnanti, le emozioni e soprattutto l’insegnamento.

Ognuno dei presenti ha potuto sperimentare le virtù della pratica di Satya: nessuno desiderava qualcosa, ma tutti eravamo partecipi d

i un senso comune di appartenenza e il tempo passato insieme non è stato semplicemente Kronos, ma si è svelato nella su

a più profonda essenza di Kairos.

A chi sa viaggiare sul piano delle non-resistenze, la vita offre doni e grazie infinite.

Allora un maestro disse: Parlaci dell’Insegnamento.

Ed egli disse:

Nessuno può rivelarvi se non quello che già cova semi addormentato nell’albore della vostra conoscenza.

Il maestro che passeggia all’ombra del tempio, tra i seguaci, non elargisce la sua saggezza,

ma piuttosto il suo amore e la sua fede.

Se egli è saggio veramente, non vi offrirà di entrare nella casa della propria sapienza;

vi condurrà fino alla soglia della vostra mente.

L’astronomo può parlarvi di come intende lo spazio, ma non può darvi il proprio intendimento.

Il musicista può cantarvi il ritmo che è dovunque nel mondo,

ma non può darvi l’orecchio che ferma il ritmo, né la voce che gli fa eco.

E chi è versato nella scienza dei numeri può descrivervi le regioni dei pesi e delle misure,

ma non può condurvi laggiù.

Perché la visione d’un uomo non può prestare le sue ali a un altro uomo.

E come ciascuno di voi sta da solo nella sapienza di Dio,

così ciascuno di voi deve essere solo nel suo conoscere Dio, e nel comprendere la terra.

Kahlil Gibran – Il Profeta – L’Insegnamento

Alessandra Dechigi