Alessandra Dechigi

La Crociata del Crociato

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LA CROCIATA DEL CROCIATO    di Alessandra Dechigi

In un attimo tutto è cambiato.

La borsa del mare è rimasta vicino alla porta di casa, spettatrice immobile della trasformazione di ogni progetto.

Sono scivolata e con una caduta comica e grottesca ho visto la mia rotula dislocarsi.

Istintivamente l’ho circondata con le mani rimettendola al suo posto poi…il referto: rottura del legamento crociato.

Sono passati 5 mesi da quel momento: un tempo tutto da investigare.

All’inizio c’era solo la non accettazione, la rabbia, il dolore lancinante che non mi abbandonava mai. L’immobilità forzata, la rinuncia ad ogni progetto e anche al più piccolo desiderio, mi facevano vivere il corpo come una prigione claustrofobia.

Non mi è mai successo di essere bloccata fino al punto da non potermi neanche mettermi su un fianco!

Il dolore onnipresente sembrava una di quelle sirene di allarme che annunciano la catastrofe alla quale non poter sfuggire.

La mente, l’unica a potersi muovere a piacimento, iniziava a prendere il sopravvento, aggiungendo strazio e confusione.

Così alla rabbia è seguita l’indolenza. L’azione è stata soppiantata dalla frustrazione.

Non riuscivo a rimanere a galla in una melma di emozioni contrastanti.

Sono una persona positiva ed entusiasta, credevo… ma dove ero finita?

Mi era impossibile leggere una pagina, fare un disegno, guardare un film perché la concentrazione non mi era possibile.

Le giornate erano prive di senso e senza scopo. Vedevo tutto ostile e anche le parole d’incoraggiamento e le manifestazioni di amore di tutti quelli che mi giravano intorno erano odiose e insopportabili.

Io ero prigioniera di me stessa.

Quanto è durato? Un mese lunghissimo. Poi ho conquistato la sedia a rotelle e le prime sedute di fisioterapia.

Ero terrorizzata, mi sentivo ancora di più alla mercé: ho vissuto passivamente e con fastidio l’accudimento, le decisioni di altri, il non controllo di me, del mio spazio doloroso.

Il tempo sembrava ancora più lungo e buio.

Quelle brevi uscite in macchina per raggiungere lo studio di fisioterapia le vivevo con angoscia.

Il mondo fuori era pieno di insidie alle quali non mi sarei mai potuta sottrarre autonomamente.

In quei momenti da passeggera guardavo la città dal finestrino impossibilitata a fronteggiare ogni buca, marciapiede o scalino.

Tutto il mio ego si è piegato. Poi è iniziata la trasformazione.

Una volta ho letto che le ginocchia rappresentano la volontà e l’autoaffermazione. Ci si inginocchia raramente e solo quando si riconosce qualcosa o qualcuno di superiore.

Ho cominciato a riflettere: umiltà, affidamento, accontentamento e gratitudine.

da qui è iniziata la mia “crociata”.

Finalmente ho messo a frutto le tecniche di respirazione per tenere a bada le “Erinni” che si erano impossessate della mia mente, rendendola un luogo anarchico e ostile.

La pratica ha sgretolato la rigidità e lo scudo del mio mondo ristretto. Ho cominciato ad affidarmi a chi si stava occupando di me, espirando.

Ho assorbito la generosità e l’amore che mi circondava, inspirando e lentamente tutto il mio spazio vissuto, interno ed esterno, diventava più “elastico” e permeabile.

Finalmente ho cominciato a sospirare.

Il primo libro che ho preso in mano è stata la traduzione della Chandogya Upanisad.

Se qualcuno si stava occupando del mio fisico, io solamente mi sarei potuta occupare di tutto il resto.

Ho letto, riletto, assorbito, meditato, condiviso: Tat Tvam Asi!

Non lo leggevo da tanto tempo. In fondo in fondo…non mi curavo da tanto tempo.

Ultimamente sto abbandonando anche la seconda stampella e con gratitudine sto reimparando a camminare.

Durante la visita di controllo il dottore mi ha detto che tutto sta andando come deve. Dall’incidente ci vogliono sei mesi per guarire e un anno per dimenticare.

La mia “crociata” è in pieno svolgimento.                         di Alessandra Dechigi

Dalle tenebre alla luce

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Di Alessandra Dechigi:

Non è facile essere paziente.

La dose necessaria di distacco che mi permette di mantenere la calma e il sorriso di fronte agli imprevisti si era quasi esaurita già da un po’ ma finalmente il portone di Via XX Settembre 5 si è cominciato ad aprire lento e scricchiolante…come sempre.

Sono anni che insieme agli insegnanti FIY si organizzano lezioni di yoga “speciali” per condividere e celebrare momenti altrettanto speciali e ogni volta è una sorpresa.

Ogni volta sono messa alla prova rispetto alla mia pratica personale, all’illusione di aver capito, digerito, superato gli ostacoli che la mente mi mette davanti.

Così mi ritrovo a “vedere” le cose come se fosse sempre la prima volta e dopo l’iniziale smarrimento, il senso dell’essere nel presente si schiude e tutto diventa più luminoso.

“Aspettando il solstizio d’inverno” è il titolo dell’evento organizzato sabato 14 dicembre presso i locali dell’Ambasciata dell’India a Roma dalla rappresentante regionale FIY Porzia Maria Favale che negli  anni mantiene un’ampia rete di condivisione e collaborazione fra tutti noi con sincera positività.

Sabina Campione e Ilenia Di Giovanni hanno condotto una bellissima pratica dal titolo “Dalle tenebre alla luce”.

Alessia Velletrani ha assistito i partecipanti in sala durante la pratica con generosità e professionalità.

Lia Carovillano, Sabrina Celi, Maura Grava, Lucia Morotti e Emanuela Paone sono state i punti di riferimento nell’ accogliere tutti nel migliore dei modi per rendere la giornata, se possibile, ancora più speciale.

Poi ci sono i partecipanti che non vengono nominati singolarmente ma sono il vero cuore di ogni evento. Senza la partecipazione, la condivisione, l’impegno, insomma in una parola: il tapas, non si arriva a nulla e anche sabato 14 dicembre ne abbiamo tutti avuto la riprova.

Celebrare il solstizio d’inverno attraverso una preparazione “yogica” dà qualità e spessore al tempo che s

corre distrattamente.

E’ dall’antichità che l’uomo osserva il moto apparente che il sole descrive nel cielo per regolare la sua vita venatoria e agricola.

Durante il solstizio, “sole stazionario”, il sole appare stabile rispetto all’equatore celeste. E’ il momento in cui nella continua danza della luce e dell’ombra, la momentanea vittoria dell’oscurità cede il passo alla rivincita, alla ri-nascita, ri-uscita del sole dal buio della terra tornando a crescere e sconfiggere l’ombra.

Tante sono le leggende, i miti e le divinità che l’uomo, ad ogni latitudine, ha creato per spiegarsi il fenomeno dell’alternanza.

Il solstizio d’inverno è occasione per guardare dentro se stessi per riconoscere le proprie paure e i propri dubbi.

E’ tempo di affrontare e lasciare andare via tutto ciò che limita e frena la nostra nuova crescita.

E’ tempo di liberarsi dal peso delle insicurezze e dei timori che ingombrano la nostra anima e ci impediscono la ri-nascita.

E’ tempo di far risplendere la nostra luce interiore

Alessandra Dechigi

 

SOLSTIZIO D’INVERNO

Come è limpida questa notte

cosi vicina al sole,

eppure cosi immensamente bella,

raccolgo il sorriso delle stelle,

questo meraviglioso dono

del solstizio d’inverno.

Chissà se lontano oltre gli spazi

dell’incommensurabile,

Musetta guarda la luna

che gira intorno al cuore,

che si fa stella,

fiore,

sogno

AUGURI!

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di Alessandra Dechigi

Nell’antica Roma e fra gli Etruschi esisteva un tipo di sacerdote il cui compito era interpretare la volontà degli dèi dal volo degli uccelli: questi erano gli àuguri che non divinavano la volontà celeste in astratto, ma solo se una decisione o un atto già compiuti la incontrassero o meno.

Oggi, più nessuno contempla il volo degli uccelli per trarne auspici e l’augurio rimane un desiderio, una buona speranza che si esprime in occasioni speciali, come se si conoscesse già un volere delle divinità che sia corrispondente a ciò che si augura.

E’ suggestivo pensare che chi ci ha preceduto, persone come noi ma con credenze e stili di vita diversi ci abbia lasciato in eredità idee e modi di dire così duraturi, tanto quanto i loro più longevi edifici e necropoli. Ogni augurio ha una radice profondissima e cosi ogni parola è l’antica sedimentazione di altre parole pronunciate da chi allora come noi adesso, condivide lo stesso cielo e la stessa terra.

Il fine settimana del 2-3 Novembre 2019 è stato intenso ed emozionante.

La sede prestigiosa dell’Ambasciata dell’India a Roma ha fatto nuovamente da

cornice al prezioso evento federale della consegna dei diplomi FIY ai nuovi insegnanti e l’inizio del corso accademico ISFIY per nuovi aspiranti.

Conclusione e inizio uniti nel tempo e nello spazio nel vero spirito yogico della condivisione.

Annicchiarico Elisabetta, Borrelli Loredana, Caproni Sandra, Carovillano Lia Casciaro Giovanni, Cignitti Sara, Cocozza Guido, De Vita Paola, Donati Nazareno Patrizio, Galluzzo Gaia, Grava Maura, Guerrera Sara, Morotti Lucia, Martucci Daniela, Mentali VAsco, Saraceni Valentina, Tinelli Sabrina si sono avvicendati sul palco e hanno ricevuto il diploma dal Presidente FIY Eros Selvanizza, gli abbracci e i complimenti dagli insegnanti FIY Favale Porzia, Migliarino Loretta, Olivieri Massimo, Sciuto Rosa, Velletrani Alessia, gli applausi dalla platea dei neo-iscritti.

Ognuno ha condiviso un pensiero, un sentimento, un’emozione, un ricordo, l’esserci.

L’alternanza dell’inizio e della conclusione ha tracciato spunti per parlare di pazienza, coesione, semplicità e autenticità.

Tutto è stato

autentico, vero e unitario: gli allievi, gli insegnanti, le emozioni e soprattutto l’insegnamento.

Ognuno dei presenti ha potuto sperimentare le virtù della pratica di Satya: nessuno desiderava qualcosa, ma tutti eravamo partecipi d

i un senso comune di appartenenza e il tempo passato insieme non è stato semplicemente Kronos, ma si è svelato nella su

a più profonda essenza di Kairos.

A chi sa viaggiare sul piano delle non-resistenze, la vita offre doni e grazie infinite.

Allora un maestro disse: Parlaci dell’Insegnamento.

Ed egli disse:

Nessuno può rivelarvi se non quello che già cova semi addormentato nell’albore della vostra conoscenza.

Il maestro che passeggia all’ombra del tempio, tra i seguaci, non elargisce la sua saggezza,

ma piuttosto il suo amore e la sua fede.

Se egli è saggio veramente, non vi offrirà di entrare nella casa della propria sapienza;

vi condurrà fino alla soglia della vostra mente.

L’astronomo può parlarvi di come intende lo spazio, ma non può darvi il proprio intendimento.

Il musicista può cantarvi il ritmo che è dovunque nel mondo,

ma non può darvi l’orecchio che ferma il ritmo, né la voce che gli fa eco.

E chi è versato nella scienza dei numeri può descrivervi le regioni dei pesi e delle misure,

ma non può condurvi laggiù.

Perché la visione d’un uomo non può prestare le sue ali a un altro uomo.

E come ciascuno di voi sta da solo nella sapienza di Dio,

così ciascuno di voi deve essere solo nel suo conoscere Dio, e nel comprendere la terra.

Kahlil Gibran – Il Profeta – L’Insegnamento

Alessandra Dechigi

Ritorna lo Yoga all’ IFO Regina Elena

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di Barbara Damiani e Alessandra Dechigi

Lunedì 7 ottobre 2019 è ricominciato il corso di yoga, tenuto da insegnanti della Federazione Italiana Yoga, presso l’IFO ospedale Regina Elena a Roma.

Il laboratorio di yoga è dedicato a tutti coloro che hanno attraversato la malattia o che stanno ancora in cura presso l’ospedale.

La prima lezione dell’anno è stata inaugurata da Porzia Maria Favale, Rappresentante Regionale Lazio FIY, con il supporto dell’insegnante Barbara Damiani e Massimo Olivieri.

La ricerca di serenità, rilassamento, ritrovare la gioia, l’elasticità e l’energia per affrontare i momenti difficili della malattia sono gli elementi che le persone cercano in una lezione di yoga in ospedale e chi era presente lo ha confermato.

Durante tutta la lezione gli insegnanti hanno aiutato gli allievi a ritrovare un senso di benessere attraverso piccoli accorgimenti da utilizzare durante la pratica quotidiana individuale, ma soprattutto si è cercato di portare l’attenzione al respiro, veicolo delle nostre emozioni, per liberare la mente dai piccoli e grandi pensieri. I movimenti accompagnati da un respiro calmo e regolare diventano in questo modo uno strumento per ricaricarsi, per far circolare nel corpo energia positiva.

L’appuntamento per tutti è ogni lunedì fino al prossimo giugno!

di Barbara Damiani e Alessandra Dechigi

21 giugno 2019

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21 GIUGNO 2019       di Alessandra Dechigi

Quanto dista Roma da Delhi? Da Londra, Boston, Hong Kong e Manila?

Qualunque sia la distanza, verrebbe misurata da qui, dal centro di questa piazza, sul colle più prestigioso della nostra città: il Campidoglio.

Se penso alla storia che è impregnata in questo luogo ho quasi un senso di smarrimento.

Penso alla diffusione dell’Impero Romano, dei costumi, la lingua, i valori e mi sento nel “punto zero”, con il tappetino steso sotto la statua di Marco Aurelio.

Oggi siamo partecipi della storia di questa piazza con l’intenzione di accorciare le distanze: di essere tutti in un punto; senza distanze.

Sono l’acqua della goccia, senza paura di evaporare nella solitudine del mio limite spaziale.

Sento forte il valore dell’unità dei colori nel raggio di luce e del sentimento di pace che avvolge il mondo da questo “punto zero”.

Il sankalpa è sincero e la OM potente.

Nella Giornata Mondiale dello Yoga, nel cuore di Roma, in piazza del Campidoglio abbiamo scritto con il nostro nastro arancio un’altra pagina di storia dell’Umanità.

Alessandra Dechigi

 

 

Tutte le foto della magnifica giornata in piazza del Campidoglio da vedere nella Galleria dedicata sulla barra a destra di ogni pagina del sito.

16 giugno

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di Alessandra Dechigi

“E ora lo yoga” dice il testo.

L’autodeterminazione, il tapas e il desiderio di esserci ci fanno stendere i tappetini uno vicino all’altro oggi, giornata di inizio della settimana dello yoga.

Condividere l’esperienza e abbandonare ogni preconcetto sarà la nostra pratica di preparazione al giorno del Solstizio d’estate venerdì 21 giugno, la giornata durante la quale lo yoga farà il giro del mondo e noi siamo i testimoni,

La resa e l’unione sono la nostra sfida.

Ora chiediamoci chi vogliamo essere: la goccia d’acqua o l’acqua della goccia?

Buona pratica.

di Alessandra Dechigi

Per la visione di tutte le foto dell’ Evento, è stata pubblicata la Galleria nella colonna a destra del sito visibile su ogni pagina.

La Giornata del Sollievo venerdì 24 maggio 2019

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di Alessandra Dechigi:

Non è stato un venerdì mattina consueto per chi ha varcato il grande portone del San Gallicano – Regina Elena. Oggi l’atmosfera era diversa.

I volontari di tante Associazioni insieme agli insegnanti della Federazione Italiana Yoga hanno dato il loro contributo per celebrare “la Giornata del Sollievo”.

“Esiste il dolore, ma esiste il modo di superarlo” dice il Buddha e questo è lo spirito che si è letteralmente respirato attraverso gli esercizi di rilassamento e di respirazione antalgica che a turno, gli insegnanti della FIY hanno offerto ai presenti interessati.

La respirazione è uno degli atti più importanti che vengono compiuti dal corpo, oltre che uno di quelli con il maggior numero di effetti diversi: un respiro ossigena le cellule, espelle gli scarti del metabolismo, aiuta a comunicare (sia verbalmente che non verbalmente, basti pensare agli sbuffi di noia), permette l’espressione artistica di sé, aiuta a rilassarsi.

Un altro effetto, non molto conosciuto ma potenzialmente molto interessante, della respirazione è il controllo del dolore. Sebbene sia famosa l’importanza delle tecniche respiratorie in momenti particolari come il travaglio, occasione in cui il respiro viene utilizzato per minimizzare i dolori delle partorienti, l’efficacia della respirazione antalgica va ben al di là di questo singolo contesto.

Gli effetti della respirazione antalgica (termine di provenienza greca che significa letteralmente “che contrasta il dolore”) sono da spiegarsi secondo due principali ordini di motivi. Il primo di essi, più strettamente correlato all’atto respiratorio, è legato ai movimenti muscolari compiuti durante la respirazione: i muscoli respiratori, soprattutto quelli accessori (addominali, dorsali, trapezi) giocano un ruolo importante nel mantenimento della corretta postura. Dal momento che l’equilibrio posturale aiuta a evitare il manifestarsi di dolori acuti e cronici, l’incidenza di questi ultimi può essere limitata semplicemente curando la respirazione.

In secondo luogo, è stato scientificamente provato come le tecniche di respirazione profonda, interagendo con i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, aiutino a raggiungere uno stato di rilassamento psicofisico che permette di tenere sotto controllo dolori anche intensi, come ad esempio quelli post-operatori o quelli legati alle lombosciatalgie.

Un esempio di tecnica di respirazione antalgica molto semplice da provare è quello della cosiddetta “respirazione 4-7-8”: 4 secondi di inspirazione, 7 secondi di pausa e 8 secondi di espirazione per rilassare il corpo e la mente e alleviare in breve tempo i dolori senza necessariamente ricorrere agli antidolorifici convenzionali, il tutto attraverso un’azione innata, semplice e naturale come la respirazione.

Il tema del sollievo dal dolore riporta al tema della libertà. Tutti stiamo imparando ad essere liberi e possiamo farlo solo comprendendo in che modo siamo prigionieri.

Ogni fenomeno fisiologico, psicologico o fisico può diventare una porta che conduce alla verità.

L’essenza della felicità è un corpo che non soffre e un cuore e una mente che non sono oppressi da ansia, paura e odio. Possiamo nutrire questa consapevolezza grazie al respiro.

 

Respira e sai che sei vivo.

Respira e sai che tutto ti aiuta.

Respira e sai di essere il mondo.

Respira e sai che pure il fiore respira.

Respira per te stesso e respiri per il mondo.

Inspira compassione ed espira gioia.

 

Respira e sii uno con l’aria che respiri.

Respira e sii uno col fiume che scorre.

Respira e sii uno con la terra che calpesti.

Respira e sii uno col fuoco che arde.

Respira e interrompi il pensiero di nascita e morte.

Respira e vedi che l’impermanenza è vita.

 

Respira per la gioia di essere stabile e calmo.

Respira per il dolore che scivola via.

Respira per rinnovare ogni cellula del tuo sangue.

Respira per rinnovare le profondità della coscienza.

Respira e prendi dimora nel qui e ora.

Respira e ciò che tocchi sarà nuovo e reale.

 

– Sister Annabel Laity –

di Alessandra Dechigi

Commento di Barbara Damiani
 
Insieme a me hanno condiviso questa esperienza Massimo Olivieri e Roberta Fucilli.
 
“Ho sempre pensato che lo Yoga fosse un sollievo da regalare alla mia vita e da quando sono insegnante anche ai miei allievi, e da quando partecipo come insegnante della Federazione alle lezioni presso l’ospedale IFO Regina Elena ho avuto la conferma del sollievo che lo yoga regala anche a persone che stanno attraversando una malattia importante.
L’esperienza di questi anni  mi ha insegnato che lo stress e la fatica della malattia si può alleggerire aiutando a ritrovare il respiro e

liberando la mente . Per questo per la giornata del sollievo abbiamo partecipato per regalare un momento di rilassamento guidato

e attenzione al respiro.
Le brevi sessioni che abbiamo condiviso in questa giornata, con pazienti, parenti, volontari e operatori dell’ospedale sono state seguite da sorrisi, abbracci e ringraziamenti,  e questo ci conferma ancora una volta l’importanza dello Yoga all’interno di un ospedale. ”      Barbara Damiani

SI RICOMINCIA!

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L’attesa è finita: il prossimo lunedì 13 maggio 2019 lo yoga torna all’IFO ospedale Regina Elena.

Il corso aveva subito una interruzione a causa di esigenze legate alla ristrutturazione di alcuni spazi della struttura.

I lavori sono terminati e gli insegnanti FIY unitamente ai partecipanti e ai volontari non vedono l’ora di ricominciare a praticare insieme.

Il sodalizio fra FIY e IFO continua nella comunione d’intenti: l’umanizzazione delle cure.

Così, finalmente, lunedì 13 maggio 2019 dalle 14.30 alle 16.00 l’appuntamento settimanale riprende e si rinnova.

Chiunque voglia partecipare può stendere il tappetino e condividere l’entusiasmo di essere ancora insieme ogni lunedì.

Buona pratica!

Alessandra Dechigi

INSEGNAMENTI

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di Alessandra Dechigi:

C’è bisogno di tempo per digerire gli alimenti del mondo.

C’è bisogno di tempo per metabolizzare un insegnamento.

Domenica scorsa sono stata nutrita parecchio, al limite “dell’indigestione”. La mia “tazza” era colma e sicuramente non grande abbastanza da contenere tutto ciò che scaturiva incessantemente dall’ incontro generoso con Swami Atmapriyananda.

Una frase resta brillante dentro di me che ha lasciato un’impronta forte che solo ora, a distanza di giorni, riemerge in tutta la sua forza: “Non siate mendicanti di gioia, ma siate i vostri stessi sovrani.”

E’ così che mi sento oggi: sovrana.

Una sensazione bellissima, rotonda, piena. Mi stupisco di non averla mai colta in modo così ampio e in questa ampiezza mi tornano alla mente altre frasi, altre verità ed il nutrimento ricevuto dallo Swami, quasi “esagerato” nell’immediatezza, rivela tutta la sua benefica potenza.

Sento la mia anima più tonica, flessibile e sana. Mi mancano parole appropriate per descrivere bene la rigenerazione che provo. Devo ricorrere a metafore che però sono troppo parziali….

Così, da sovrana come mi sento oggi, decido di ritirarmi in silenzio nel mio enorme spazio, come un bambino che ama la propria compagnia.

Ringrazio Swami Atmapriyananda della sua generosità e mi sento fortunata di averlo trovato sulla mia strada e mi auguro di poterlo incontrare di nuovo.

Alessandra Dechigi

Domenica 10 marzo 2019 ore 09:00 – 12:00 Evento straordinario presso Ambasciata dell’ India a Roma

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Domenica 10 marzo 2019 ore 9.00 – 12.00

presso la Sala Conferenze dell’Ambasciata dell’India a Roma

Via XX Settembre, 5 – Roma

COMMENTI SULLA GITA

a cura di Swami Atmapriyananda.

Appuntamento da non perdere dedicato agli insegnanti e agli allievi della Federazione Italiana Yoga.

Preghiamo di confermare la presenza contattando yogaroma@yogaroma.it

-Incontro valido per l’appartenenza all’Albo FIY e la formazione continua ASSOYOGA Italia.

Swami Atmapriyananda  ricopre la carica di Vice Chancellor (Presidente) della Ramakrishna Mission Vivekananda Istituto di Ricerca e Educazione con sede aCalcutta in India. Swami Atmapriyananda ha conseguito un dottorato in Fisica Teorica e oltre ad essere profondo conoscitore del patrimonio spirituale indiano, delle scritture e testi filosofici e spirituali, è anche esperto di sanscrito: antica lingua indiana.

Ha insegnato fisica ed ha condotto corsi di spiritualità indiana per quasi quattro decenni, formando migliaia di seri ricercatori spirituali e pensatori filosofici. Tiene conferenze e corsi in India e all’estero come esperto della filosofia e della spiritualità indiana con una visione moderna e scientifica, adatta anche agli occidentali

La Missione Ramakrishna ( RKM ) è un’organizzazione religiosa e spirituale indù che costituisce il nucleo di un movimento spirituale mondiale noto come Movimento Ramakrishna o Movimento Vedanta . La missione prende il nome ed è ispirata dal santo indiano Ramakrishna Paramahamsa e fondata dal primo discepolo di Ramakrishna Swami Vivekananda il 1 maggio 1897. L’organizzazione principalmente propaga la filosofia indù del Vedanta – l’ Advaita Vedanta e quattro ideali yogici – jnana, bhakti, karma e Raja Yoga .

Oltre all’istruzione religiosa e spirituale, l’organizzazione svolge un’intensa attività educativa e filantropica in India. La missione basa il suo lavoro sui principi del karma yoga , il principio del lavoro disinteressato fatto con dedizione a Dio. La Missione Ramakrishna ha centri in tutto il mondo e pubblica molti importanti testi indù. Le sue opere vanno dall’assistenza medica nei villaggi rurali e nelle città, all’educazione in università per famiglie povere che non potrebbero sostenere i costi per l’educazione dei loro figli.