Perchè fare Yoga
L’ interessante punto di vista un’ Allieva dell’ Insegnante Massimo Olivieri
di Antonella Nieri
Molti si avvicinano allo yoga nei momenti di difficoltà, spinti dall’esigenza di portare equilibrio in un periodo di caos, di instabilità, di stress ….
Chi è mosso da questa esigenza, solitamente, appena la situazione migliora, per qualsiasi motivo, si sente sollevato e non sente più la necessità di continuare a praticare …. Ma di norma, la situazione è migliorata solo in apparenza, perché non è cambiato il sentire interno, ma solo l’esterno. Per questo, per forza di cose, la “ricaduta” non potrà che essere peggiore. Il beneficio interiore che si era iniziato a costruire, crea una illusione di stabilità, non si è avuto il tempo di metabolizzare cose apprese. Il ritrovarsi di fronte a questa illusione è piuttosto doloroso. Non si può fare yoga perché siamo alla frutta per lo stress…..
Lo yoga non è un antibiotico da assumere quando siamo gravemente ammalati. Lo yoga è uno stile di vita che fa sì che non ci si ammali facilmente e che se ci si ammala, il decorso è un processo naturale senza traumatiche conseguenze.
Con lo yoga s’impara a vivere più serenamente non perché le giornata diventano magicamente più serene, ma perché quando il tempo è bello e le acque sono calme, si impara prima e ci si specializza poi, sempre più alla vita. Quando poi arriva la tempesta, perché le tempeste arrivano, perché è nell’ordine naturale delle cose che la notte si succed
a al giorno o che il sereno si alterni alla pioggia …… Quando la tempesta arriva, semplicemente si applicano le procedure tranquillamente perchè sono state provate tante volte con il mare calmo, tanto da avere la maestria per poter rimanere centrati, fiduciosi, positivi ed efficaci.
Non iniziate a fare yoga per fuggire il dolore, la tristezza, lo stress o la rabbia…. Iniziate a fare yoga per rendere la vostra vita espressione delle vostre migliori qualità, per essere creativi, per portare equilibrio dentro di voi, per essere sereni, per vivere in serenità.
ANTONELLA NIERI