Scoprire nell’ Asana il Silenzio che è voce dell’ anima e pace della mente

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Di   Purnima Scognamiglio

“Siedi ai bordi dell’aurora, per te sorgerà il sole. Siedi ai bordi della notte, per te

brilleranno le stelle. Siedi ai bordi del torrente, per te canterà l’usignolo. Siedi ai bordi del silenzio, Dio ti parlerà” Vivekananda

Questa famosa poesia ci conduce all’ascolto del silenzio, qualcosa di ineffabile e indescrivibile, per avvicinarci a Dio, al Divino, Allo Spirito, Energia, Verità.

Quando arriva il silenzio, concentriamoci su di esso, soffermandoci ad ascoltare la sua “voce”.

L’ascolto interiore è luce interiore.

Nella mia giovane vita artistica avevo scelto per me quella che Marcel Marceau aveva fatto della recita muta un’arte sublime.

Insegnare mimo mi ha permesso di ascoltare la musica del silenzio per liberare i cuori, sognare, volare ed eliminare la paura di entrare nel vuoto dei suoni.

Lo yoga ci porta ad ascoltare il silenzio ed a scoprire quelle parti di noi che non conoscevamo, a vivere lo stupore e la meraviglia di scoprire le risorse che abbiamo in noi e che ci sono sempre state, ad avere consapevolezza della nostra identità con la totalità dell’essere e del divino.

(“SO HAM – io sono Lui”)

La vita quotidiana ci porta ad una corsa continua. Dimentichiamo noi stessi e ci mettiamo al servizio di una vita tutta all’esterno con ritmi a volte impossibili.

Concedersi momenti in cui fermarsi ed ascoltarsi con amore, accoglienza e accettazione non sono altro che la nostra pratica yoga, quell’ asana che ci permette di scoprire quello spazio interiore di calma ed armonia, senza dover “apparire “.

STHIRASUKHAM ASANAM

“La   postura deve essere stabile e confortevole “

Questo aforisma di Patanjali si riferisce alla stabilità del corpo e della mente intesi come un tutto

Quando la stabilità fisica si unisce a quella mentale,allora si perviene ad uno stato di benessere.

Quando le asana vengono praticate nella giusta condizione di rilassamento muscolare, con riduzione di sforzi e assenza di tensione nelle articolazioni, nei muscoli e nei tendini, l’attenzione si volge all’infinito o semplicemente si concentra sul respiro.

L’abbandono di ogni sforzo, ritrarre la mente dal corpo e spostarla, indirizzarla sull’infinito, fa sì che venga meno la sensazione del corpo e ci si dimentichi del corpo stesso.

L’assenza di sforzo, la facilità di esecuzione e la mancanza di tensioni, unitamente alla consapevolezza, sono le caratteristiche dell’asana.

Ovviamente tutto ciò non è facile a causa delle resistenze del corpo stesso e del vagare della mente.

Il corpo e la mente vanno allenati e mantenuti in buona salute al fine di instaurare l’equilibrio.

Secondo l’hatha yoga le asana contribuiscono a plasmare il corpo e la mente, rendendoli stabili e a prepararli per progredire nello yoga nel cammino spirituale.

KURYAT TADASANAM STAIRYAM AROGYAM CANGALAGHAVAM

“La postura deve produrre stabilità, salute e leggerezza delle membra

Eliminando l’instabilità nelle diverse parti del corpo le asana ne ristabiliscono un armonioso funzionamento e realizzano l’integrazione del sistema nervoso.

La mente si mantiene in una condizione in cui non esistono pensieri e si calma l’attività corticale per tutto il tempo del mantenimento dell’asana, e quindi non vi sono interferenze disturbanti a livello emozionale o intellettuale.

Purtroppo molte persone considerano le asana soltanto come esercizi fisici da palestra e perseverano nell’abitudine di eseguire movimenti rapidi e faticosi producendo riscaldamento e sudorazione a causa dell’eccitazione del sistema nervoso simpatico.

Le asana vengono quindi praticate come esercizi isotonici dinamici), ripetuti più volte, addirittura di scatto, senza mantenimento della postura ma, sebbene eseguite in questo modo possano migliorare l’energia e la resistenza del corpo, eccitando l’attività del simpatico e producendo uno sforzo a livello cardiovascolare, producono consumo di energia e affaticamento.

Quando eseguiamo le posture e le manteniamo nel modo corretto, dolcemente e senza sforzo, diversi muscoli, tendini e articolazioni vengono gradevolmente stirati.

Questo stiramento passivo non supera i limiti naturali e i muscoli non oppongono resistenza pur mantenendo un tono a livello ottimale, o riducendolo considerevolmente a seconda dei gruppi muscolari interessati dal modello posturale.

Quando il tono muscolare non influenzato dagli stati emotivi o dalla condizione psichica del soggetto si riduce, le tensioni emotive si riducono e ci si rilassa profondamente. Ogni squilibrio del tono muscolare viene rimosso come ad es. il tremore dovuto a conflitti emotivi, stress, tensioni ecc.

Le asana sono collocate all’inizio dell’apprendimento dello yoga.  Con una intensa pratica si può raggiungere la loro perfetta padronanza fino ad essere in grado di restare in una situazione meditativa   a lungo senza provare disagio.

Esse operano usando i centri inferiori della corteccia cerebrale, situati nel midollo allungato, nel cervelletto, nel mesencefalo e nei gangli basali. Questi centri inferiori operano al di sotto del livello di coscienza per mantenere la posizione mentre i centri superiori della corteccia non interferiscono. Ogni sforzo volontario da parte del corpo o della mente significa attività da parte dei centri superiori disturbando la normale attività dei centri inferiori, trasmettendo gli impulsi motori direttamente ai muscoli scheletrici portando a superare i propri limiti ad esempio nella flessione o nello stiramento, cosa che può provocare disturbi.

Occorre a volte lungo tempo per imparare ad eseguire le asana nella maniera corretta –yogica direi – Fino ad allora vengono imposti sforzi ai muscoli, alle articolazioni, ai tendini ecc.

Bisognerebbe abituarsi fin dall’inizio della pratica ad eseguire le asana lentamente e con dolcezza anziché in maniera isometrica, con contrazione prolungata dei muscoli con stiramenti attivi che aumentano le tensioni provocando disagi con affaticamento muscolare e tremori e aumentando l’impegno della circolazione e respirazione.

Una condizione ipertonica produce rigidità nelle articolazioni e tensione nei muscoli con sensazioni di dolore, disturbando l’esecuzione dell’asana poiché l’attenzione viene rivolta alla parte sofferente. La postura deve quindi essere assunta in modo gradevole e rilassato, riducendo al minimo lo sforzo.

Grazie allo stiramento passivo di muscoli e articolazioni si ottiene un effetto calmante sui nervi e si riducono le tensioni emotive. Si può così mantenere l’asana più a lungo, cosa fondamentale per ottenere il massimo beneficio sia sul corpo fisico che sui corpi sottili.
Ed è durante il mantenimento rilassato dell’asana che possiamo sperimentare quella condizione che ci permette di scoprire il mistero del silenzio in quell’ ordine della mente che genera quiete, serietà e profondità.

“Solo allora si può parlare di un volontario abbandono da parte del cervello del movimento estroverso e introverso, di un volontario lasciare la presa sul noto e sull’ignoto, sul visibile e sull’invisibile, così da fare spazio all’ infinito.” Vimala Taker

Purnima Scognamiglio    Roma , 21 marzo 2017

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