Il mio primo contatto con lo Yoga
Di Massimo Olivieri:
Il mio primo contatto con lo yoga è avvenuto nel 1997. A quei tempi era obbligo per gli insegnanti (sono un insegnante di ed. fisica) fare un corso d’aggiornamento ogni anno. E nel ’97, appunto, era previsto fra gli altri un corso sullo yoga come supporto al successo formativo degli alunni. Mosso dalla curiosità per questa disciplina partecipai e mi si aprì un mondo. Io che venivo dall’ISEF dove tutto il lavoro sul corpo era finalizzato alla ricerca del
la prestazione, ero affascinato da questo diverso modo di fare l’esercizio. Movimenti molto lenti fatti con assoluta attenzione alle sensazioni delle varie parti del corpo, oppure posizioni mantenute a lungo cercando di mettere in tensione solo i muscoli necessari e neanche uno in più. E il tutto in perfetta sintonia con il respiro. Un respiro che deve rimanere fluido e dolce, senza affanno, senza interruzioni.
Alla fine delle lezioni ci sentiva rilassati, tranquilli e con una sensazione di generale benessere.
Inevitabilmente cominciai a frequentare un corso di yoga. Cosa che continuai a fare anche negli anni successivi. Nel 2001, per soddisfare la mia voglia di conoscere meglio questa disciplina , mi iscrissi alla scuola di formazione insegnanti della federazione italiana yoga. E dopo 4 anni, vari esami e tesi finale, ero un insegnante yoga. La mia formazione era soddisfacente e completa, ma sentivo il bisogno di approfondire ulteriormente la conoscenza di questa filosofia di vita. Mi iscrissi subito dopo ad un corso biennale per la conoscenza ulteriore dei testi classici dello yoga. Poi ho frequentato un master, anch’esso biennale, su yoga e meditazione e molti seminari di approfondimento e aggiornamento.
Questa pratica continua, assidua alla fine ha portato i suoi frutti, a delle esperienze importanti e soddisfacenti. Ne indico una fra le altre. L’esperienza del silenzio. Stare per 3 giorni di seminario residenziale in silenzio. Ci sono le lezioni, c’è la pratica, ma parla soltanto l’insegnante. Se devi fare domande le scrivi, con i tuoi compagni non parli neanche durante i pasti. Non parli con la persona con cui dividi la stanza. E incredibilmente nel silenzio sorgono le risposte. Risposte al perché c’è questo aspetto nel mio carattere , perché mi comporto in un certo modo, perché non sono soddisfatto in questo momento della vita. Non è che risolvi, ma sapere l’origine dei tuoi problemi è un bel passo avanti.
Faccio mia una delle varie definizioni di yoga che ho sentito: yoga è conoscere se stessi. Il percorso è lunghissimo, ma già intraprendere il cammino ti cambia la vita.
11 dicembre 2016 alle 17:24
Ho partecipato alle due giornate di pratica presso l’Ambasciata di India : sono stata benissimo. Grazie
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